Al G20 parla la Russia. Via gli Usa, non l'Italia

Yellen e Gentiloni lasciano. Anche il petrolio nel sesto pacchetto di sanzioni

Al G20 parla la Russia. Via gli Usa, non l'Italia

Ieri, è arrivata l'ennesima conferma: l'Europa vuole che l'Ucraina vinca e farà di tutto affinché succeda. E non solo, «Saremo al fianco» dell'Ucraina «nel processo di ricostruzione», ha detto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel in conferenza stampa da Kiev. «Noi lottiamo per i valori fondanti dell'Ue e della democrazia. Sarà anche importante raccogliere le prove dei crimini. Oggi sono stato a Borodyanka per vedere con i miei occhi. E non ho parole per esprimere ciò che ho visto. Non come presidente del Consiglio europeo ma come padre, come essere umano. Sono atrocità, sono crimini di guerra. Che devono essere puniti e saranno puniti». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo aver ricevuto Michel, definito «un grande amico» e nel ringraziarlo pubblicamente ha posto il tema delle sanzioni. «Abbiamo discusso per due ore di questioni importanti: sanzioni, armi, adesione all'Ue e soldi. Sono state discusse le sanzioni contro la Russia, la difesa e il sostegno finanziario del nostro Stato e le risposte al questionario sul rispetto dei criteri Ue. Vogliamo che nel sesto pacchetto di sanzioni sia compreso l'embargo totale di gas e petrolio e che siano escluse dallo Swift tutte le banche, comprese Sberbank e Gazprombank». Nei prossimi giorni sarà pronto il sesto pacchetto di sanzioni a cui sta lavorando la Commissione Ue «e il petrolio sicuramente ci sarà», ha annunciato IIvo Schmidt, della direzione Energia della Commissione. E la questione della presenza russa al G20 finanziario diventa un caso. Quando il ministro delle finanze russo Anton Siluanov ha preso la parola, diversi leader del G20 si sono alzati e hanno lasciato l'incontro, tra cui il segretario al Tesoro americano Janet Yellen e il commissario europeo Paolo Gentiloni.

Ma intanto il presidente russo Vladimir Putin non resta a guardare e ha ordinato al Governo di elaborare una strategia da mettere in atto all'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), in risposta alle sanzioni occidentali. In una riunione del Governo, Putin si è rammaricato del fatto che alle aziende metallurgiche russe fosse stato vietato di esportare in Occidente o di acquistare componenti necessari per la produzione di metallo e acciaio dall'estero. «Queste misure sono contrarie ai principi del Wto che i nostri colleghi europei ci hanno costantemente chiesto di rispettare. Ordino quindi al Governo di studiare la legittimità di queste decisioni e di preparare entro il 1 giugno una strategia aggiornata della nostra attività in seno al Wto».

Urge per tutti i Paesi trovare fonti alternative, ed è in quest'ottica il colloquio telefonico di ieri tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi con il presidente della Repubblica di Angola, João Manuel Gonçalves Lourenço, in vista della missione dei ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani a Luanda.

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