Continuano a smentire l'esistenza di una frattura tra chi vuole adottare misure più dure e chi spinge per concedere maggiori libertà agli italiani. Tra i ministri le sensibilità sono sicuramente diverse e da sempre il premier Conte ha dovuto fare sintesi e trovare una soluzione in grado di accontentare entrambe le parti. "Trovo semplicistica questa rappresentazione della realtà, questa divisione tra aperturisti e rigoristi", ha detto ieri Francesco Boccia in un'intervista al Corriere della Sera. Eppure la situazione è piuttosto evidente: il governo è praticamente spaccato sulle norme da intraprendere in vista del periodo di Natale. A dividere i giallorossi è il tema del lockdown, rilanciato ieri dal ministro per gli Affari regionali e a cui strizzano l'occhio gli appartenenti all'ala intransigente. Intanto si stanno studiando tre ipotesi.
La mozione depositata in Senato sugli spostamenti tra Comuni impegna l'esecutivo a "consentire la possibilità per gli affetti più stretti di ricongiungersi nelle giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio". Ma su questo si metteranno di traverso i ministri del Pd Boccia e Franceschini. Il Comitato tecnico-scientifico chiede al governo di "potenziare i meccanismi di controllo per il rispetto delle norme già in vigore", disponendo misure più stringenti "per impedire la circolazione delle persone". Non a caso si sta pensando di imitare la linea della cancelliera Angela Merkel, facendo diventare tutta l'Italia zona rossa o arancione. Ma su questo, come già detto, non mancano gli scontri.
Guerra tra ministri
Il coordinatore Agostino Miozzo, dopo aver incontrato i capidelegazione e il presidente del Consiglio, ha riunito gli esperti del Cts per trovare un accordo definitivo. Gli scienziati in realtà non vorrebbero dare l'ok totale al lockdown generale su cui sta riflettendo il governo: sostengono che i numeri sono sicuramente preoccupanti, ma non in una maniera tale da giustificare un altro "dentro tutti" durante le festività. Comunque bisognerà partorire l'ennesimo Dpcm che però andrà accompagnato da un nuovo decreto legge sulle limitazioni alle libertà personali, ma potrebbe bastare anche un emendamento all'ultimo decreto legge del 3 dicembre.
"La curva del virus ancora non scende come dovrebbe", è l'osservazione che viene ripetuta da giorni. Come riferito da uno dei partecipanti, la riunione d'urgenza convocata domenica non è stata altro che un "gabinetto di guerra". Da una parte Boccia, Franceschini e Speranza premono per un lockdown nazionale, dall'altra il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova - si legge sul Corriere della Sera - è pronta allo scontro sui ristori: "Non possiamo sempre cambiare posizione, come i gamberi.
E non possiamo prendere misure che fanno saltare i conti economici, come la chiusura dei ristoranti a Natale. Perché li abbiamo fatti aprire? Ora hanno comprato la merce e li chiudiamo?". Il governo è nuovamente spaccato e gli italiani non sanno ancora come potranno trascorrere il Natale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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