
Si cerca la tregua a Gaza e si intravede qualche spiraglio nei negoziati, ma si trema per il fragile cessate il fuoco in Libano, al centro di nuovi attacchi israeliani. Gli Stati Uniti parlano di «progressi» nei negoziati per la Striscia e confermano le parole del premier del Qatar, lo sceicco Mohammed Al Thani, anche lui convinto che si sia compiuto qualche passo in avanti nella trattativa per il cessate il fuoco. Hamas ha aperto una finestra sulla possibilità di liberare tutti gli ostaggi in cambio di una tregua di cinque anni. Anche secondo il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, che ha parlato in conferenza stampa congiunta a Doha con Al-Thani, i colloqui con il gruppo palestinese dimostrerebbero che Hamas è più disposta ad accettare un accordo che vada oltre il cessate il fuoco a Gaza e miri a una soluzione duratura alla crisi con Israele. Il nodo è il disarmo degli islamisti, condizione ritenuta indispensabile per Israele per un'intesa di lungo termine.
Nell'attesa, i raid proseguono nella Striscia, la tensione sale in Libano, nonostante la tregua raggiunta a fine novembre. Per la terza volta dal fragile cessate il fuoco, l'esercito israeliano ha condotto nuovi bombardamenti sulla capitale Beirut e colpito un deposito di «missili di precisione» di Hezbollah, uccidendo almeno un combattente del gruppo, secondo i resoconti dell'Idf. L'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato in un comunicato l'azione, precisando che gli estremisti libanesi avevano immagazzinato in quel luogo missili di precisione e rappresentavano «una minaccia significativa». L'attacco ha scatenato la rabbia e la richiesta di aiuto del presidente libanese Joseph Aoun, tornato a chiedere l'intervento di Stati Uniti e Francia, «garanti della tregua», per fermare i raid.
Mentre la situazione si surriscalda in Libano, i media arabi rilanciano nuove speranze su Gaza, sostenendo che Hamas avrebbe accettato di discutere della demilitarizzazione della Striscia. Il no al disarmo totale, una delle richieste israeliane, verrebbe mutuato nell'integrazione di alcune unità in una non meglio precisata «forza di polizia palestinese» e la demilitarizzazione passerebbe dalla nascita di un governo tecnico indicato da Egitto-Emirati-Arabia Saudita e dall'uscita dalla Striscia della leadership rimanente e delle forze speciali dell'organizzazione.
Secondo il quotidiano israeliano Israel Hayom, l'accelerazione nei colloqui è dovuta all'input del presidente Donald Trump, in vista della missione mediorientale di metà maggio quando il leader Usa sarà in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti dal 13 al 16.
Di fronte alla crisi umanitaria a Gaza, Trump ha rivelato ai giornalisti a bordo dell'Air Force One diretto in Italia per i funerali del Papa, di aver detto al premier Benjamin Netanyahu che «dobbiamo essere buoni con Gaza, quella gente sta soffrendo», perché «c'è un enorme bisogno di medicine, cibo e medicinali, e ce ne stiamo occupando».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.