Gelmini "blinda" Draghi: "Difficile immaginare un'alternativa"

Il ministro degli Affari regionali vuole continuità: "Il governo si regge con una guida autorevole e forte". E rivendica l'ipotesi di Berlusconi al Quirinale: "Sarebbe un segnale di pacificazione nazionale"

Gelmini "blinda" Draghi: "Difficile immaginare un'alternativa"

L'ipotesi di eleggere Silvio Berlusconi come prossimo presidente della Repubblica agita e non poco la sinistra. Ma, almeno per il momento, si tratta appunto solo di una possibilità: il Cav deve ancora sciogliere le riserve e il centrodestra a giorni si riunirà per concordare una strategia comune. Comunque Mariastella Gelmini non si nasconde e conferma che quello di Berlusconi è un profilo adatto per ambire alla carica di capo dello Stato. E allo stesso tempo pone l'attenzione sulla necessità di evitare scossoni politici, continuando a puntare su Mario Draghi alla guida del Paese.

Gelmini blinda Draghi

Per la corsa al Quirinale passa inevitabilmente l'incognita del futuro del governo. L'eventuale elezione del premier Draghi al Colle avrebbe un forte impatto sulla tenuta della maggioranza, con il rischio di elezioni anticipate in primavera. Motivo per cui i partiti che sostengono l'esecutivo hanno già giurato sulla continuità sperando di non interrompere l'esperienza di governo fino al 2023.

In tal senso anche la Gelmini ha riconosciuto che con Draghi al Quirinale si aprirebbe un serio problema sulla tenuta di una maggioranza così variegata e specialmente in un periodo complicato: "Si regge con una guida autorevole e forte. Difficile immaginare un'alternativa". Dunque anche la dirigente di Forza Italia si accoda al coro di chi sostiene l'esigenza di stabilità politica: "Stiamo in mezzo a una nuova tempesta pandemica, dobbiamo correre sul Pnrr e sulle riforme".

L'ipotesi Berlusconi al Colle

Il ministro degli Affari regionali, nell'intervista rilasciata a La Stampa, ha escluso piani B per la corsa al Colle e ha sottolineato che quella di Silvio Berlusconi è "la candidatura più autorevole che la nostra coalizione possa avanzare". Il centrodestra parte da una situazione di vantaggio, potendo contare su 451 grandi elettori contro i 414 voti dei giallorossi. Un vantaggio sia politico sia numerico: "Siamo la coalizione che governa la gran parte delle Regioni e ai nastri di partenza abbiamo un numero di gran lunga maggiore di grandi elettori del centrosinistra e dei 5 Stelle, che ancora non sono una coalizione organica".

Per la sinistra sarebbe un boccone amaro da digerire, tanto che il Partito democratico è arrivato a minacciare la caduta del governo e il ritorno anticipato alle elezioni se il Cavaliere dovesse approdare al Colle. Eppure per la Gelmini il discorso troverebbe campo su un piano totalmente opposto: "Il vero Berlusconi non è quello dipinto da certa stampa o dagli avversari politici, ma quello del discorso di Onna. Sarebbe un segnale di pacificazione nazionale. Una simile scelta rappresenterebbe il superamento di quegli scontri ideologici che tanto male hanno fatto al Paese".

Tra le varie occasioni in cui il leader di Forza Italia ha dimostrato di avere la stoffa da statista non può essere affatto dimenticato il discorso di Onna: il 25 aprile 2009 Berlusconi, alle porte de

L'Aquila e con tanto di fazzoletto dell'Anpi al collo, riappacificò il Paese auspicando il "superamento di ogni contrapposizione" proprio nel giorno che considera essere "festa di tutti gli italiani".

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