No, non c'è il nome del commissario: il plenipotenziario per la ricostruzione verrà nominato in un secondo tempo, entro dieci giorni, «sentito il parere del presidente della Regione Liguria». Non c'è ancora la firma del capo dello Stato, che aspetta la copia ufficiale del documento. E non ci sono nemmeno tutti i fondi annunciati: date le ristrettezze di bilancio, rispetto alla prima bozza Genova ha perso circa 160 milioni di euro. Però, sia pure con tanto ritardo, almeno c'è un decreto, bollinato nella notte dal Ragioneria dello Stato dopo che a fatica sono state trovate tutte le coperture: 500 milioni, di cui 360 destinati al rifacimento del ponte. Autostrade si incolla la spesa ma non può ricostruire. E se non paga «entro 30 giorni», scatta un fondo di garanzia da 330 milioni, in attesa che lo Stato poi si rifaccia con l'impresa della famiglia Benetton.
A Genova non l'hanno presa bene: mezzo miliardo, in confronto ai quattro del danno totale, non può bastare. Il comitato degli sfollati aspetta di leggere il testo definitivo, ma minaccia di protestare domani sotto la villa di Beppe Grillo a Sant'Ilario. Si lamenta il settore dell'autotrasporto, che dal crollo del ponte Morandi ha perso il 30 per cento del fatturato. Malumori pure al porto: aspettavano 90 milioni per rilanciare l'area, ne arriveranno trenta. Ridotta la zona franca urbana, dimezzate poi le assunzioni a disposizione di Regione, Provincia e Comune: da 500 a 250.
Perplesso Giovanni Toti. «Mi sembra che il decreto venga fatto per escludere gli enti locali. Mi dà l'impressione che il governo voglia gestire la situazione a Roma e non in Liguria. Ma va bene tutto, siamo laici, basta che si raggiungano i risultati». Polemico il sindaco Marco Bucci. «Non siamo disposti a tornare indietro rispetto alle richieste che abbiamo fatto al governo. Sono indispensabili per la nostra città, il porto e per tutta l'area che gravita intorno, quindi a tutto il Nord Italia. Dobbiamo per forza discuterne». Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture parla di «decreto appesantito; ora serve subito un commissario, un manager capace e che ci si dedichi a tempo pieno per recuperare il tempo perso».
Il nome non c'è, si parla di Titti Postiglione della Protezione civile: resterà in carica un anno e potrà «operare in deroga opera in deroga ad ogni disposizione di legge extra-penale, fatto salvo il rispetto dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea». Potrà essere prorogato per «al massimo un triennio» e potrà avvalersi di uno staff di venti persone, di cui «un dirigente e due subcommissari». E «a garanzia dell'immediata attivazione del meccanismo di anticipazione, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro annui dal 2018 al 2029».
Tra le tante cose ancora da chiarire, una sembra certa, Autostrade è fuori. All'articolo 1, capoversi 6 e 7, si stabilisce infatti che la società entro un mese deve pagare «in quanto responsabile dell'evento» ma non può ricostruire.
Chi lo farà? «Il commissario straordinario - si legge ancora - affida la realizzazione delle attività concernenti il ripristino del sistema viario, nonché quelle propedeutiche e connesse, ad uno o più operatori economici che non abbiano alcuna partecipazione, diretta o indiretta, in società concessionarie di strade a pedaggio».Dopo il via libera del Colle, atteso ad ore, il decreto arriverà alle Camere il 22 ottobre.
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