Germania, addio all'austerità e via al debito: piano da mille miliardi (anche) per la difesa

Svolta tedesca: riarmo senza limiti e investimenti per la crescita

Germania, addio all'austerità e via al debito: piano da mille miliardi (anche) per la difesa
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La Germania abbatte il totem del rigore di bilancio con un maxi-indebitamento da oltre mille miliardi di euro per finanziare difesa, infrastrutture e protezione del clima. Ieri, in una seduta storica, il Bundestag ha approvato la modifica costituzionale proposta da popolari e socialdemocratici col sostegno dei verdi volta ad allentare il freno al debito, il vincolo di bilancio nella Legge fondamentale. Nell'aula del parlamento federale, il presidente della Cdu e probabile prossimo cancelliere Friedrich Merz ha motivato la svolta con le «circostanze» mutate a seguito della guerra mossa dal presidente russo, Vladimir Putin, non soltanto contro l'Ucraina, ma anche contro l'Europa. In questo scenario, la Germania è attaccata «ogni giorno» da Mosca con gli strumenti dei conflitti ibridi e, pertanto, deve difendersi. Le spese necessarie a tale scopo superiori all'1% del Pil verranno quindi esentate dal freno all'indebitamento. Come sottolineato da Merz, in un «cambio di paradigma», le commesse saranno assegnate «ogniqualvolta possibile» ad aziende europee.

È un chiaro appoggio ai piani di riarmo dell'Ue e un'ammissione dell'impossibilità di continuare a fare affidamento sugli Stati Uniti, dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Con gli Usa che potrebbero non più garantire la sicurezza dell'Europa, l'indebitamento per gli armamenti è, secondo Merz, «un primo passo verso una nuova Comunità europea della difesa», ampliata a Stati non aderenti all'Ue. Tra un Atlantico più largo e la minaccia russa, la Germania deve indebitarsi perché, come dichiarato al Bundestag dal ministro della Difesa Boris Pistorius della Spd, la sicurezza «non deve essere messa a repentaglio da vincoli di bilancio» e «la situazione di minaccia viene prima di quella di cassa». Tuttavia, non si tratta di spendere solo per il riarmo, ma anche per infrastrutture, ambiente e ripresa di un'economia che rischia nel 2025 il terzo anno consecutivo di recessione.

A tal fine, come evidenziato dal sociademocratico Lars Klingbeil, «i soldi non bastano». Sono, infatti, necessarie riforme per «eliminare la mentalità da Stato-balia, evitare lo spreco del denaro dei contribuenti». Posizione condivisa da Merz, che ha ribadito l'imperativo di consolidare i conti pubblici. In attesa dell'approvazione dell'indebitamento da parte del Bundesrat il 21 marzo, a guardia del bilancio sono rimasti i liberaldemocratici e l'ultradestra di Afd. Con i post-comunisti Die Linke, l'estrema sinistra nazionalpopulista Bsw e alcuni deputati di Cdu, Csu, Spd e Verdi, sia la Fdp sia Afd non hanno votato per l'indebitamento.

Se per il primo partito è stata una disperata battaglia di retroguardia poiché non sarà nel prossimo Bundestag, per il secondo il nein è una sfida al governo Merz.

Il piano di Cdu, Csu e Spd è «un'orgia di debiti» che metterà in ginocchio la Germania e tracimerà sugli altri Stati membri dell'Ue assestando «un colpo mortale» all'euro, ha tuonato Alice Weidel di Afd. Toni da Cassandra che paiono annunciare un ricorso contro l'indebitamento alla Corte costituzionale federale, arbitra definitiva dei conti pubblici.

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