In Germania l'esercito non basta: Merkel vuole la leva obbligatoria

Il governo pensa di ripristinare il servizio militare

Noam Benjamin

Berlino «Abbiamo una democrazia assolutamente stabile per cui sarebbe del tutto incomprensibile non poter fare affidamento sulle forze ben allenate della Bundeswehr nel caso di una situazione terroristica stile Bruxelles a Francoforte, a Monaco o Stoccarda». Così un mese fa il ministro degli Interni della Germania, Thomas De Maiziere, prospettava una partecipazione più attiva delle Forze armate alla vita della società tedesca. Società che, da qualche mese a questa parte, deve anche affrontare l'emergere della violenza jihadista.

Fino ad oggi l'impronta antimilitarista della Costituzione tedesca nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale ha relegato la Bundeswehr a un ruolo minoritario, ostacolandone l'impiego. Da qualche tempo, invece, il governo di grande coalizione caldeggia la modernizzazione delle forze armate sul piano internazionale: a dispetto di vistose carenze logistiche e di materiali soprattutto fra i ranghi dell'aviazione, militari tedeschi sono presenti in Afghanistan, in Libano, nei Balcani e da qualche mese anche in Mali.

Oggi il governo di Angela Merkel starebbe invece pensando a un ruolo più attivo nell'ambito nazionale con la reintroduzione, ha rivelato la dpa, della leva obbligatoria, abolita cinque anni fa. La progressiva maggiore proiezione della Bundeswehr all'estero renderebbe infatti necessario lo sviluppo di una guardia nazionale, sul modello di quella esistente negli Usa. Una forza agile, capace di intervenire in caso di calamità naturali o «di un'importante minaccia alla sicurezza» così il documento governativo anticipato dall'agenzia di natura non convenzionale, come per esempio un attacco terroristico.

Oltre alla jihad, a preoccupare i tedeschi c'è anche la ripresa delle tensioni sul fronte orientale con l'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e il successivo conflitto in Ucraina orientale.

Più in generale il possibile progetto che potrebbe portare alla reintroduzione della naja si accompagna alla modernizzazione del servizio di Protezione civile: all'inizio della settimana ha fatto parlare di sé la proposta allo studio del governo di chiedere ai cittadini di preparare scorte di acqua e viveri per affrontare non meglio identificate situazioni di emergenza.

Un piano duramente criticato dai social-comunisti della Linke come un «allarmismo che inquieta profondamente i cittadini».

Questo progetto di manovra del governo richiederà sicuramente del tempo, ma segnala con chiarezza la volontà di Berlino di scrollarsi di dosso il pacifismo post-bellico per dotarsi di forze armate più moderne e incisive, in linea con il peso economico del paese sulla scena mondiale.

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