Il giallo del boss evaso: aveva le chiavi del cortile (trovate senza il custode)

Raduano è tornato indietro per cercare il mazzo giusto. Nella stanza non c'erano agenti

Il giallo del boss evaso: aveva le chiavi del cortile (trovate senza il custode)

Una stanza senza sorveglianza dove sono custodite le chiavi del carcere, un reparto di alta sicurezza con un solo agente di guardia e una sala operativa senza controllo perché manca il personale. Un problema cronico che gli agenti della polizia penitenziaria denunciano ora come fanno da anni. È così che Marco Raduano, il boss della mafia gargana, che stava scontando 19 anni, evaso venerdì dal carcere nuorese di massima sicurezza di Badu 'e Carros, è potuto entrare indisturbato nella sala delle chiavi per prelevare quella che gli serviva per uscire in cortile, da dove si è poi calato dal muro di cinta con alcune lenzuola annodate.

È davvero stupefacente la ricostruzione della fuga da uno degli istituti penitenziari più sicuri d'Italia - da cui finora nessuno mai era riuscito ad evadere e dal quale sono passati detenuti del calibro di Graziano Mesina, Renato Vallanzasca, Francis Turatello e Luciano Liggio - documentata dalle telecamere di sorveglianza. Non sono quelle esterne, che hanno immortalato in un video diventato subito virale il detenuto che scendeva lungo la parete dal punto più alto delle mura, da circa cinque metri, per poi fare un salto sul prato che ha attutito la caduta, rialzarsi e correre verso l'uscita passando sotto una rete metallica stranamente rotta. Ma anche quelle interne, che hanno ripreso i movimenti del boss pugliese nei corridoi del carcere, dove si poteva muovere liberamente perché si occupava della biblioteca. Le immagini mostrano Raduano scendere al piano di sotto ed entrare nella stanza dove sapeva che erano custodite le chiavi del portone blindato per accedere all'esterno. La prima scelta, però, non ha funzionato e il detenuto ha avuto tutto il tempo di risalire per prendere quella giusta. Gli agenti si sono resi conto dell'evasione soltanto due ore dopo, un lasso di tempo prezioso affinché Raduano potesse allontanarsi indisturbato e raggiungere con tutta probabilità i complici che lo aspettavano all'esterno nelle campagne circostanti. Ora è caccia all'uomo in tutto il nuorese, ma i controlli sono stati intensificati anche nei porti e negli aeroporti della Sardegna. Oltre che nel Gargano, dove il latitante potrebbe trovare protezione o dove venerdì, a Vieste, nella sua città di origine, l'evasione è stata festeggiata con i fuochi d'artificio.

«Prima o poi doveva succedere il carcere è pieno di falle sulla sorveglianza», ammette Giovanni Conteddu, dell'Osapp Nuoro, puntando il dito sulla cronica carenza di agenti, almeno 50 in meno nel carcere sardo, dove il boss ha avuto tutto il tempo di organizzare la fuga, nascondendo le lenzuola che gli hanno fatto da scala, studiando gli orari interni al reparto e costruendo un ponte esterno che gli ha coperto la fuga. Sull'evasione sono state aperte due inchieste: una dalla Procura di Nuoro e l'altra interna dal ministero della Giustizia. Oltre agli accertamenti già disposti dal Dap. Mentre oggi è stato convocato dal prefetto di Nuoro, Giancarlo Dionisi, il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica con tutti i vertici delle forze di polizia. Il caso è diventato anche politico, a seguito di diverse interrogazioni già presentate al governo e, in particolare, ai ministri della Giustizia e dell'Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.

«Non basta la

videosorveglianza se non supportata da intelligenza artificiale e, soprattutto, se nessuno può badare ai monitor o deve controllarne decine mentre si occupa di innumerevoli altre incombenze», denuncia la Uilpa polizia penitenziaria.

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