La rottura sul referendum si è consumata alla vigilia della direzione del Partito democratico, con Pierluigi Bersani che annunciava di essere pronto al "no", convinto che le promesse di modificare l'Italicum promesse dal premier Matteo Renzi siano solo delle "chiacchiere".
Oggi il giorno della resa dei conti. E se il segretario Pd parla di una "cultura del 'no' che fa perdere", dalla minoranza arrivano ben altri segnali. A parlare, dopo la sua relazione, è Gianni Cuperlo, convinto che non basti "una proposta di metodo".
"La via che hai indicato qui si è come arrestata a metà del sentiero ma è un segnale che io voglio cogliere", dice Cuperlo, aggiungendo: "Se un accordo non ci dovesse essere, io non potrò votare quella riforma ma se tu mi spingerai a quella scelta, io comunicherò il giorno stesso alla presidente della Camera le mie dimissioni da deputato".
"Dopo, se
necessario, ci divideremo, per attrezzare un'alternativa a una stagione che per me va superata sul terreno della politica e di un'offerta di contenuti e programmi più credibili", dice Cuperlo. Il Pd potrebbe rischiare la scissione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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