
Sono fissati per martedì 11 marzo, davanti alla gip Alessandra Di Fazio, gli interrogatori di garanzia di Stefania Nobile, la 60enne nota per essere la figlia di Wanna Marchi, del suo socio in affari ed ex compagno, il 59enne Davide Lacerenza e del loro factotum Davide Ariganello, 27 anni tutti e tre finiti da martedì agli arresti domiciliari nell'inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza coordinata dalla pm Francesca Crupi, su un presunto giro di droga e prostituzione con al centro il locale «La Gintoneria» e il privé «La Malmaison», i locali sequestrati in via Napo Torriani, in zona stazione Centrale. Nel frattempo le Fiamme Gialle hanno trovato anche un conto riconducibile alla società in Lituania e contenente 33mila euro che sono stati bloccati insieme agli altri 40mila euro circa già sequestrati su conti italiani e altri 10mila euro rinvenuti in contanti all'interno del privé. Gli inquirenti sono convinti però che gran parte del denaro derivante dagli affari illeciti dei tre sia finita in Albania dove sarebbero stati fatti degli investimenti. In una storia Instagram postata da Lacerenza ad aprile 2024 infatti, parlando di uno dei viaggi della Nobile e della Marchi in Albania, si parla di «80 milioni di euro in contanti in banca». È ancora presto però per capire se è vero o se si tratta solo di una delle tante «boutade» di Lacerenza.
Quel che è certo è che tutti i conoscenti della coppia di soci, Stefania e Davide, compresa la stessa Wanna Marchi (che non risulta indagata nell'inchiesta), ma anche «Jack», un poliziotto amico della Nobile, erano a conoscenza di quel che accadeva nel locale. Il figlio della Marchi, Maurizio (anche lui non indagato) in una intercettazione telefonica, parlando alla madre, dice: «Ho visto che quando andate via voi si riempie di puttane, ma tante, tante sempre di più». Risponde Wanna: «Sì, sì, aspettano che andiam via noi, sì, sì». E Maurizio aggiunge: «Poi si vede che lui le chiama e arrivano, ma ieri sera ce ne erano tante (...) tutte che mangiano e bevono gratis». Le escort infatti, come si desume chiaramente dalle intercettazioni ambientali, alla «Gintoneria» e alla «Malmaison» andavano per «esercitare» e si facevano pagare in contanti direttamente dai clienti; nel mentre li spingevano a bere importanti bottiglie di champagne e a consumare cocaina (chiamata «bamba», oppure «tussi» quando si tratta di «cocaina rosa») per le quali i clienti saldavano invece il locale in una sorta di «pacchetto vip» di consumazioni varie. La filosofia di Lacerenza elargita alle escort in alcune «pillole» si riassume infatti in frasi del tipo: «Fatti pagare sempre prima» oppure «Fallo pippare che gli fa bene, la cocaina è importante nella vita».
Davanti agli eccessi di Lacerenza cresce la preoccupazione della Marchi. Che sempre al figlio confida: «Arriverà la polizia, li arresteranno tutti(...) Lo spacciatore è sempre lì, se non c'è quello ce n'è un altro».
E quella di Stefania Nobile: «Da un momento all'altro arrivano, io me l'aspetto - confessa in lacrime ad Ariganello -. Io non dormo, perché arrivano, lo so. Anche Jack me l'ha fatto capire». E parlando di Lacerenza: «Io sono già stata in galera, lui scherza, ride, ma lui non c'è stato. Lui dopo due ore in galera si ammazza».
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