Giochi finiti, guerra a un passo. Gli 007: "Ai comandanti russi dato l'ordine di invadere"

Valerij Kondratyuk, capo dell'intelligence di Kiev, l'aveva detto in tempi non sospetti

Giochi finiti, guerra a un passo. Gli 007: "Ai comandanti russi dato l'ordine di invadere"

Valerij Kondratyuk, capo dell'intelligence di Kiev, l'aveva detto in tempi non sospetti. Lo scorso 10 febbraio, in una nota pubblicata in esclusiva da il Giornale, sostenne che la Russia avrebbe invaso l'Ucraina il 21 febbraio, il giorno successivo alla chiusura delle Olimpiadi. Ieri la linea dell'attacco imminente è stata abbracciata anche dall'emittente Usa Cbs, che ha rivelato di essere in possesso di informazioni di intelligence secondo le quali i comandanti russi hanno ricevuto l'ordine di procedere all'invasione dell'Ucraina. L'informativa, rimbalzata anche al comando delle operazioni terrestri di Kiev, si riferisce a un colloquio tra il generale russo Valery Gerasimov e il collega bielorusso Vadim Denisenko. La Cnn va addirittura oltre, e parla del 75% delle principali unità da combattimento di Mosca posizionate a 60 km dal confine ucraino, e di 500 caccia bombardieri pronti al decollo. Gli 007 di Kiev fanno sapere di un trasferimento di militari e mezzi corazzati russi dalla Siberia e dall'Estremo Oriente alle regioni occidentali della Russia, confinanti con l'Ucraina. Trasporti avvenuti tramite la ferrovia Transiberiana a causa delle grandi distanze e dell'impraticabilità delle strade ghiacciate in inverno. Anche se il ministro della Difesa di Kiev Oleksiy Reznikov afferma che «non ci sono avvisaglie di un attacco imminente».

Il nodo cruciale, almeno in questo frangente, non sembra essere rappresentato da un imminente movimento di truppe, ma da quanto sta accadendo nel Donbass. Ieri mattina una forte esplosione si è registrata nel centro di Donetsk. L'origine della deflagrazione non è chiara, e lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev non aiuta a capire che cosa stia davvero accadendo. Secondo il Cremlino, numerosi attacchi con artiglieria pesante avrebbero raggiunto Donetsk e altre città dell'autoproclamata Repubblica popolare filorussa. Le forze armate ucraine avrebbero tentato di attaccare le posizioni della repubblica di Lugansk, distruggendo cinque edifici residenziali e uccidendo due civili. Per Mosca le forze armate ucraine hanno raggiunto il villaggio di Pionerskoye, a 7 km dal confine con la Russia. Kiev rispedisce al mittente le accuse e punta il dito contro gli uomini della Wagner Group, l'agenzia privata di mercenari, al soldo di Putin, che starebbe creando azioni di disturbo per far crescere la tensione e offrire alla Russia un pretesto per l'invasione che la Cbs ritiene imminente. Nei loro blitz di ieri avrebbero anche ucciso il capitano delle forze terrestri Anton Sidorov, raggiunto al capo da schegge di mortaio. La notizia è stata confermata in serata dal ministro della Difesa ucraina Reznikov. In tutto questo caos di informazioni, l'unica certezza è rappresentata dalla fuga di civili dal Donbass. In 40mila hanno lasciato l'area da venerdì a oggi per cercare rifugio nella regione russa di Rostov.

In uno scenario ad altissima tensione, ieri mattina Macron ha telefonato a Putin. I due hanno parlato per un'ora e 45 minuti, e al termine della conversazione l'Eliseo ha lasciato intendere che la de-escalation è ancora possibile. «Siamo d'accordo che bisogna lavorare ad un cessate il fuoco nell'Ucraina Orientale», ha spiegato. Putin ha ribadito di essere disposto a negoziati, «a patto che finiscano le provocazioni di Kiev», attirando l'attenzione francese anche sulle forniture di armi Nato a Kiev.

Dopo aver sentito Putin, Macron ha telefonato a Zelensky, che poi ha twittato la volontà di «intensificare il processo di pace».

Putin e Macron hanno anche concordato una riunione dei loro ministri degli Esteri per l'organizzazione del vertice a più alto livello. Difficile però ipotizzare un summit tra Lavrov e Le Drian se davvero Mosca ha deciso di passare dalle minacce all'azione vera e propria.

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