Giochi di guerra. La Cina furiosa per il boicottaggio. "Mossa sbagliata, ci sarà un prezzo"

La Cina reagisce a muso duro al boicottaggio diplomatico americano delle Olimpiadi invernali

Giochi di guerra. La Cina furiosa per il boicottaggio. "Mossa sbagliata, ci sarà un prezzo"

La Cina reagisce a muso duro al boicottaggio diplomatico americano delle Olimpiadi invernali. L'Italia sarà presente a tutti i livelli, ma altri paesi seguiranno, almeno in parte, l'esempio Usa.

Il ministero degli Esteri cinese ha condannato duramente la decisione di Washington avvertendo gli Stati Uniti «che avrebbero pagato il prezzo della loro scorrettezza». La Cina, ha dichiarato il portavoce del dicastero Zhao Lijian, «prenderà misure risolute se Washington persiste nel politicizzare le Olimpiadi di Pechino 2022». La minaccia di ritorsioni non lascia dubbi e riguarderà «settori importanti», probabilmente economici. Le bordate non sono finite: «Per pregiudizi ideologici e sulla base di voci e bugie, gli Stati Uniti stanno cercando di rovinare i Giochi olimpici invernali di Pechino. Questo esporrà solo le loro cattive intenzioni e intaccherà ulteriormente la loro autorità morale e credibilità». Il gigante asiatico bolla come «mossa sbagliata» la decisione americana di non inviare alcun rappresentante governativo o diplomatico all'apertura dei giochi per denunciare i «crimini contro l'umanità» e le «violazioni dei diritti umani» nei confronti dell'etnia musulmana uigura nella regione cinese dello Xinjiang. «Si sono datti la zappa sui piedi», ha ribadito il portavoce cinese intimando agli Usa «di lasciare la politica fuori dal mondo dello sport». L'accusa con toni da guerra fredda è «di pregiudizio ideologico». La Casa Bianca, che comunque permetterà agli atleti americani di partecipare alle Olimpiadi invernali al via il 4 febbraio, vuole dare un segnale forte anche nei confronti delle mire cinesi su Taiwan considerata da Pechino «parte integrante della madrepatria». Ieri è avvenuta l'ennesima incursione di squadriglie cinesi nello zona di identificazione aerea di Taipei. La sesta dal 1° dicembre, che spesso coinvolge bombardieri nucleari. Un dettagliato rapporto del ministero della Difesa taiwanese, reso noto in novembre, denuncia «554 intrusioni di aerei da combattimento cinesi dal settembre 2020 allo scorso agosto».

I mandarini comunisti reagiscono a tutto campo. La missione cinese alle Nazioni Unite ha bollato il boicottaggio come «una farsa politica». Un comunicato accusa gli Stati Uniti di «mentalità da guerra fredda. Vogliono politicizzare lo sport, creare divisioni e provocare scontri». Il giornale Global Times, in lingua inglese, del Partito comunista cinese ha sparato un tweet tragicomico: «Meno funzionari statunitensi arrivano, meno virus verranno introdotti» nel Paese.

L'Italia non boicotterà in alcun modo le Olimpiadi e sarà presente con una delegazione politica e diplomatica all'apertura del 4 febbraio. Proprio Pechino consegnerà il testimone all'Italia per li Giochi invernali di Milano-Cortina del 2026. «Non possiamo mancare - riferisce all'agenzia Adnkronos una fonte governativa - stando così le cose».

Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, non è d'accordo. «Capisco la volontà di molti, e anche delle autorità competenti italiane, di partecipare ai giochi olimpici in Cina. Ma il monito che viene dagli Stati Uniti non può essere ignorato», sostiene il politico sempre critico nei confronti dei mandarini comunisti. «L'annuncio di un boicottaggio evoca la necessità di un impegno, oggi mancante, per contrastare il regime che nega ogni tipo di diritto. Quella cinese - prosegue Gasparri - è una orrenda dittatura, che opprime il proprio popolo e ostacola la comunità internazionale con una concorrenza sleale e responsabilità sanitarie emerse in maniera clamorosa, ma sin qui impunite».

Proprio il Covid viene utilizzato come paravento dalla Nuova Zelanda che non sarà presente «a livello ministeriale» alla cerimonia di apertura citando «vari fattori» a cominciare dal coronavirus.

Pure l'Australia vorrebbe seguire questa strada più «morbida». La piccola Lituania vessata dal dragone per il suo avvicinamento a Taiwan aderisce al boicottaggio americano. E il governo giapponese sta meditando se farlo o meno.

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