Giuseppina uccisa dall'ex. E Sonia colpita a morte dopo una lite con il marito

I femminicidi nel Bresciano e nel Cosentino. Dal 2020 boom di chiamate al numero anti abusi

Giuseppina uccisa dall'ex. E Sonia colpita a morte dopo una lite con il marito

In un'altra giornata drammatica la geografia dei femminicidi tocca le punte estreme dell'Italia, con due violenze mortali nel Bresciano e nel Cosentino. Il lunedì dell'orrore comincia all'alba: ad Agnosine, piccolo paese della Valsabbia, sono circa le 7 quando Giuseppina Di Luca, operaia di 46 anni, viene trafitta a morte sulle scale di casa dall'ex marito 52enne, Paolo Vecchia. La violenza si consuma nel centro nevralgico del paesino bresciano di 1.600 anime: l'abitazione si trova a due passi dal municipio e a cento metri dalla parrocchia di San Vigilio. Sotto la palazzina c'è un bar, un tabacchi, un'edicola e vari servizi. Giuseppina si era trasferita lì da poco, insieme alla figlia minore di 21 anni, per cominciare una nuova vita nel paese in cui lavorava. Dall'inizio di agosto la coppia - sposata da 26 anni e con due figlie - non viveva più insieme e si stava separando ufficialmente. Un mese: tanto è trascorso dalla separazione all'efferato omicidio della donna.

Secondo le testimonianze raccolte, Paolo Vecchia avrebbe atteso Giuseppina fuori dall'abitazione dove si era trasferita per poi colpirla sulle scale con una decina di coltellate. I fendenti sono letali: la donna muore sul colpo. Dopo il femminicidio, il 52enne si costituisce nella caserma dei carabinieri del vicino paese di residenza, Sabbio Chiese, dicendo: «Ho ucciso mia moglie». Poi indica agli inquirenti il coltello e il pugnale usati per uccidere la donna. Eppure, nel primo interrogatorio, Vecchia si avvale della facoltà di non rispondere. In paese da quasi 24 ore non si parla d'altro che di quella violenza inaudita. «Siamo tutti sconvolti - dice il sindaco di Agnosine Giorgio Bontempi, tra i primi ad accorrere al terzo piano della palazzina di Giuseppina -, fatichiamo a trovare una spiegazione per l'accaduto. Non c'era stato alcun sentore, almeno fuori le mura domestiche. Ma la vicenda si è conclusa nel peggior modo possibile».

Ma mentre la notizia dell'assassinio ancora rimbalzava di casa in casa, poche ore dopo un'altra violenza scuote l'Italia intera. Questa volta arriva da Fagnano Castello, piccolo centro del Cosentino, ma la dinamica è terribilmente simile. Nel pomeriggio di ieri, dopo l'ennesimo litigio, il 52enne Giuseppe Servidio sferza una coltellata dopo l'altra contro la moglie, Sonia Lattari, di 43 anni. Ancora una volta, pare che i rapporti tra i due fossero tesi da tempo. Secondo le prime ricostruzioni, prima l'uomo inveisce contro la moglie cominciando poi a colpirla ripetutamente. Le urla disperate e l'allarme lanciato dai due figli portano carabinieri e soccorritori subito sul posto. Ma anche in questo caso è troppo tardi: Sonia era già morta. Servidio, che da qualche anno era rientrato con la moglie nel paese d'origine dalla Corsica, è stato arrestato. Con gli ultimi tre assassinii nell'ultima settimana, da inizio anno il numero dei femminicidi in Italia arriva a quota 50. Solo a livello statistico, l'ultimo report del Servizio analisi criminale, presso la Direzione centrale della Polizia criminale, rileva il calo dell'8% rispetto allo stesso periodo del 2020 (83 femminicidi), in cui complessivamente si è registrato il 5% di omicidi in meno.

Ma nel 2020 le chiamate al 1522 (il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking) sono aumentate del 79,5% rispetto all'anno precedente, sia per telefono che via chat. E il boom si è registrato proprio a partire da fine marzo 2020, in corrispondenza del lockdown scattato per la pandemia. L'ennesimo indicatore di un fenomeno sempre più allarmante.

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