"Il governo Draghi non è in pericolo. La guida degli organismi non si tocca"

Il capogruppo del Senato: "A prescindere dai partiti l'esecutivo arriva al 2023, ma servono interventi urgenti sui temi che interessano la gente"

"Il governo Draghi non è in pericolo. La guida degli organismi non si tocca"

«A prescindere da quel che fanno i partiti l'impressione è quella che il governo Draghi andrà fino in fondo, fino al 2023». Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, non sembra preoccuparsi della scissione avvenuta in seno al M5s.

Non teme che Giuseppe Conte possa mettere a rischio la tenuta del governo?

«Per quel che riguarda Conte bisogna chiedere a lui. Non so cosa vorranno fare i Cinquestelle. Noi guardiamo in casa nostra e non entriamo nelle beghe degli altri partiti. Sosteniamo il governo facendo proposte costruttive, mentre mi sembra che molti politici siano un po' scollegati dalla realtà».

Ma il sottosegretario Carlo Sibilia vuole ridiscutere le presidenze delle commissioni...

«Si sa benissimo che i presidenti di commissione si cambiano una volta sola a metà mandato. Mi sembrano ipotesi abbastanza fantasiose. I presidenti non si possono sfiduciare, si dovrebbero dimettere. E perché dovrebbero farlo? Petrocelli è stato un caso eccezionale, era una situazione che aveva dei risvolti di carattere internazionale. Non è una situazione ordinaria. Poi figuriamoci se si dimettono tutti. Per riequilibrare che cosa?».

Teme un Vietnam parlamentare causato dal M5s?

«Se i pentastellati si sono divisi, sono problemi interni a loro. Le divisioni dei 5 stelle non possono mica ricadere sull'attività delle commissioni oppure sull'attività parlamentare e sul lavoro di sostegno al governo che dobbiamo fare».

Una parte dei Cinque stelle, però, chiede le dimissioni del ministro Luigi Di Maio. E voi?

«Noi, al governo, chiediamo solo di intervenire con dei decreti urgenti a partire dal rinnovo dello sconto benzina. Siamo contenti che, anche grazie al forte pressing della Lega sia uscito il decreto che proroga delle misure di contrasto all'aumento delle bollette. Ora però, serve un decreto urgente per l'emergenza siccità per fronteggiare le difficoltà dato che tre centrali idroelettriche sono già ferme. Si deve dichiarare lo stato di calamità perché l'agricoltura ha già subìto vari danni».

Un eventuale rimpasto non vi riguarda?

«Rimpasto? Ma quale rimpasto? In questo momento il governo si deve occupare delle cose concrete e serie. Noi non chiediamo poltrone, ma che il tema dell'autonomia vada in Consiglio dei ministri al più presto».

E se qualcuno dovesse chiederlo?

«Lo ribadisco: non siamo interessati alle poltrone. A noi interessano i temi cari agli italiani: benzina, caro bollette, siccità, inflazione. Del resto e delle divisioni di altri partiti non ci interessa nulla».

Molti, da più parti, premono per ritornare al proporzionale. Lei cosa ne pensa?

«Non ci interessa parlare di legge elettorale. Gli italiani si aspettano risposte concrete in un momento molto delicato, segnato prima dal Covid e ora da una guerra che sta lasciando giorno dopo giorno un pesante retaggio economico.

Mentre gli altri litigano e pensano già a prepararsi alla nuova legislatura, la Lega è in trincea per non far fallire aziende, per non lasciare milioni di italiani senza lavoro e per superare questo difficilissimo periodo».

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