Tutto da capo. L'accordo sui rimborsi da destinare ai risparmiatori truffati dalle banche non è stato raggiunto e per questo è tutto rimandato al prossimo Consiglio dei ministri che si terrà martedì prossimo dopo che il premier Giuseppe Conte avrà incontrato a Palazzo Chigi le associazioni. Questa sera il decreto Crescita è stato, infatti, approvato dal governo con la formula "salvo intese".
"Nessuna norma può essere inserita senza accordo delle associazioni". È stato Luigi Di Maio a bloccare, durante il Consiglio dei ministri di questa sera, le norme volute inizialmente dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che avrebbero modificato gli accordi assunti con le associazioni di risparmiatori. Tra i due, secondo quanto riporta l'agenzia AdnKronos, ci sarebbe ci sarebbe stato un accesissimo diverbio. Con il vicepremier grillino che lo ha affrontato a muso duro: "Ministro, i fondi sono stati stanziati a gennaio, così si rischia di slittare a giugno e sarebbe inaccettabile. Capisco i suoi timori - ha continuato - ma bisogna procedere coi decreti attuativi senza perdere altro tempo". Al Consiglio dei ministri, che è durato una ventina di minuti appena, era assente Matteo Salvini che in queste ore si trova a Parigi per pertecipare al G7 dei ministri dell'Interno.
L'obiettivo di Lega e Cinque Stelle è ottenere dal ministero dell'Economia un'accelerazione sul nodo dei rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche. Una vicenda che aveva alzato il livello di scontro tra via XX settembre da un lato, Di Maio e Salvini dall'altra. Alla fine, anche grazie alla mediazione di Conte, Di Maio sarebbe riuscito a evitare che nel decreto Crescita entrassero alcuni "paletti" sui truffati fissati proprio da Tria e invisi a gran parte della maggioranza. Insomma, è tutto rimandato alla prossima settimana. Lunedì prossimo Conte incontrerà alle 12 le associazioni dei risparmiatori. E soltanto dopo si terrà un nuovo Consiglio dei ministri che servirà a rivedere il decreto Crescita approvato questa sera e ad approvare i rimborsi ai truffati. "Lunedì si deve trovare la soluzione - ha garantito Di Maio - è finita la pazienza nostra e dei risparmiatori. Devono avere i soldi, non un avvocato per andare da un giudice" (guarda il video).
Al termine del Consiglio dei ministri, il leader grillino ha assicurato che "non è in discussione ruolo di alcun ministro, tanto meno quello dell'Economia" (guarda il video). Almeno fino al prossimo scontro. E il malcontento dilaga anche nella compagine leghista. "Troppi no e troppa lentezza. Serve un cambio di passo", hanno fatto sapere all'AdnKronos fonti del Carroccio che ora "vuole più concretezza", e non solo per i risparmiatori.
"Devono partire i cantieri, le opere, la flat tax - tuonano - bisogna togliere la burocrazia inutile, riformare il codice degli appalti, fare la riforma della giustizia per avere tempi certi. Alle parole ora devono seguire i fatti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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