Il governo rovescia il tavolo per difendere gli operai Ilva

Calenda alla proprietà: rispettate gli impegni salariali Dipendenti in sciopero. Il nodo dei 4.000 esuberi

Il governo rovescia il tavolo per difendere gli operai Ilva

Carlo Calenda batte il pugno sul tavolo e blocca la trattativa per l'Ilva. La posizione dell'Accelor Mittal «è irricevibile», afferma il ministro per lo Sviluppo economico. L'accusa del governo all'azienda che ha preso il controllo della società dell'acciaio non riguarda gli esuberi: è di non rispettare gli impegni presi sui lavoratori, per stipendi e scatti d'anzianità. «Non ci sono le premesse per aprire un confronto - sottolinea Calenda - Nessuno viene lasciato per strada».

L'incontro si tiene al ministero mentre lo sciopero di 24 ore a Taranto, Genova e Novi Ligure paralizza le acciaierie. Cortei, presidi, assemblee mobilitano i lavoratori a difesa del contratto e contro i 4mila esuberi annunciati. Al tavolo si siedono con Calenda e la viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, i sindacati confederati e metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Usb e i rappresentanti della nuova società di Arcelor Mittal e Marcegaglia. Ma questi ultimi non confermano gli impegni presi con il governo e il confronto salta subito.

Il ministro ribadisce che «tutti verranno tutelati: chi non viene preso dalla società entrante rimane in carico alla amministrazione straordinaria che deve fare la bonifica e ha già in cassa 1,3 miliardi per farla». Le accuse agli azionisti sono durissime: «Serve responsabilità da parte di tutti e riteniamo che oggi questa responsabilità non ci sia stata», afferma il ministro.

Mentre lavoratori e sindacati esultano, i rappresentanti di Am Investco fanno sapere che «sono rimasti sbalorditi» dalla decisione di Calenda. La società precisa in una nota di aver «mostrato flessibilità aumentando il numero degli occupati a 10 mila rispetto all'offerta originaria», ma di non aver «fatto alcuna ulteriore promessa». Il resto, afferma, «sarà oggetto della negoziazione sindacale». E l'accordo non può essere ritardato, perché solo dopo potranno essere avviati i piani di investimenti.

Fonti del ministero replicano che lo «sconcerto» di Arcelor Mittal è «incomprensibile», visto che Calenda ha «incontrato Aditya Mittal insieme alla vice ministro Bellanova il 21 settembre, chiarendo che non c'era alcuno spazio per mettere in discussione gli attuali livelli retributivi e di inquadramento».

Maurizio Landini, presente all'incontro come segretario confederale Cgil, alza il tiro: «Bene la sospensione del tavolo sull'Ilva deciso dal governo ma deve riguardare tutti gli altri temi». Con una nota congiunta Fim, Fiom e Uilm annunciano: «La mobilitazione dei lavoratori ferma la falsa partenza della trattativa». Francesca Re David, segretaria generale della Fiom spiega che rimane lo stato di agitazione, si faranno assemblee in tutti gli stabilimenti con un pacchetto di ore di sciopero, si chiederanno incontri con istituzioni locali, governo e parlamento. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia auspica «che il confronto sull'Ilva riprenda quanto prima e non ci si fermi alla prima proposta e alla prima reazione senza nemmeno entrare eccessivamente nel merito».

Le reazioni politiche non si fanno aspettare. Il segretario del Pd Matteo Renzi ritwitta il messaggio della Bellanova sul tavolo saltato, Maurizio Lupi di Ap applaude. «Totale solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell'Ilva e alle loro famiglie.

Altro che ius soli, governo e Pd si sveglino!», scrive su Fb il segretario della Lega Matteo Salvini. «Finalmente il governo batte un colpo», commenta Renata Polverini di Fi. Il M5S parla di «una pantomima», accusando il governo di accorgersi solo ora che il piano è inaccettabile.

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