"Una persona seria". È questa l'unica caratteristica che al momento si conosce del candidato premier alla guida di un - ancora ipotetico - governo gialloverde. Mentre sembra quasi conclusa la stesura del "contratto di governo", resta il nodo del premier.
Matteo Salvini assicura che né lui, né Di Maio saliranno a Palazzo Chigi. E che verrà scelta "una persona seria". Non si tratterà poi di un mero "esecutore" - come lo avevano definito qualche giorno fa -: "Stiamo cercando una sintesi. Il premier, se ci sarà, sarà il garante dell'attuazione di questo programma", dice il leader del Carroccio da Aosta, "Non diamo pacchetti chiusi a nessuno. Chiunque sia il premier, ovviamente sarà protagonista, o magari è già protagonista, della stesura del programma".
"Sono orgoglioso del lavoro fatto in questa settimana", ha aggiunto Salvini, assicurando che lunedì la palla tornerà a Mattarella, "È un lavoro che stupisce molti perché, invece di litigare su ministri e viceministri, ci siamo occupati di cose come lavoro, tasse, pensioni, Europa, immigrazione, grandi opere, di ambiente, libertà di cura, educazione. Ci sono due programmi di due forze diverse che stanno facendo uno sforzo enorme. Abbiamo fatto un enorme lavoro di costruzione, ognuno mantenendo la sua identità".
608px;">"Molto fuducioso" è anche Luigi D Maio: "Creata la base del governo, il premier non sarà un problema", dice il leader pentastellato, "Vedo che ci sono molti preoccupati a livello europeo e internazionale, ma questa è solo la volontà popolare. Quello che c'è scritto lì dentro è la volontà del popolo italiano che vuole il cambiamento. Il contratto di governo è il cuore del governo di cambiamento".
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