Dirige il reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino e coordina il dipartimento chirurgico dello stesso nosocomio, è un luminare della sua materia, ha eseguito complessi interventi ricostruttivi lungo la sua lunga carriera, eppure anche il professor Fabio Beatrice, scende in piazza contro il Dpcm di Conte. Anche lui, insieme a «tanti miei amici ristoratori che sono disperati», lunedì sera era in piazza Vittorio a Torino «non per manifestare, ma per rendermi conto di persona circa la situazione. Ho saputo dopo che in piazza Castello c'erano stati quei vergognosi danneggiamenti e saccheggi, ma in piazza Vittorio si è tenuto un corteo pacifico, ben rappresentato, molto composto, con gente che chiedeva solo di lavorare nel rispetto delle norme».
Professor Beatrice, perché ha preso così a cuore la sorte dei ristoratori?
«Perché bloccare per la seconda volta un comparto importante come la ristorazione è una scelta del tutto sbagliata».
Che cosa dicevano in piazza?
«Che hanno paura. È gente perbene, rispettosa delle regole, che paga affitti, mutui, leasing e che se non lavora chiude. L'emergenza sanitaria diventerà emergenza economica e sociale. Il governo sbaglia bersaglio: non sono i ristoranti il problema, ma certi comportamenti».
Quali?
«Gli assembramenti non avvengono al ristorante, né nei luoghi di cultura, teatri o cinema. Gli assembramenti avvengono sui mezzi pubblici, che sono pochi ed inadeguati e davanti ai locali che offrono cibo o bevande da asporto dove si accalcano i ragazzi. Lì c'è maggiore concentrazione soprattutto di giovani che sono quelli maggiormente irrispettosi delle regole».
Colpa dei giovani?
«Non solo, ma deve essere chiaro che se i giovani non maturano un senso di responsabilità collettiva non andiamo da nessuna parte; se non capiscono che se io mi proteggo e controllo i miei comportamenti, sono di aiuto a me stesso ed agli altri, non ne usciamo. La popolazione deve comportarsi a livello di squadra. Altrimenti torneremo molto presto ad un blocco totale perché la pressione negli ospedali sarà tale da non reggere più».
Che consigli dà da medico?
«La gente non deve precipitarsi al pronto soccorso ai primi sintomi, ci deve andare solo chi ha veramente bisogno. Chi ha poco o niente resti a casa e si curi seguendo le indicazioni del proprio medico di famiglia. Altrimenti si rischia di compromettere le attività essenziali. Bisogna uscire dalla paura collettiva ed essere più pragmatici».
E parla uno che il Covid lo ha avuto.
«Eh sì, a marzo sono stato contagiato in ospedale, al lavoro, e ho contagiato tutta la famiglia. Per fortuna in maniera abbastanza lieve ed ora siamo provvisti di anticorpi. Almeno a qualcosa è servito».
In uno dei suoi post ha scritto: «Questo governo uccide più
del Covid».«Io comprendo la buona volontà di chi ci governa, ma certe decisioni compromettono la vita della gente. Il rischio è che una emergenza sanitaria grave si trasformi in una crisi economica irreversibile».
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