C'è il divano (gonfiabile ma vellutato, dunque, comodo), i carrelli della spesa (vuoti) e slogan. Tanti slogan, tutti contro il governo e, soprattutto, contro Giorgia Meloni. Anche violenti come quello ripetuto da un napoletano arrivato a Roma in pullman per mostrare il proprio dissenso dopo la cancellazione del reddito di cittadinanza: «Senza reddito mai più, la Meloni a testa in giù!» dice a favore di telecamere. È la manifestazione organizzata nella Capitale a difesa del sussidio grillino. In piazza c'è un po' di tutto: le bandiere di rifondazione comunista, quelle della Cgil, dell'Arci, dei Cobas ma si vede anche qualche vessillo grillino. I devoti di Giuseppe Conte, gli adepti di Beppe Grillo, non mancano. Come potrebbero d'altronde. «Giorgia Meloni usa il reddito di cittadinanza per attaccare Giuseppe Conte!» - afferma un signore (carico di rabbia) da sempre elettore del Movimento 5 stelle «questo governo gioca sulla nostra pelle per delle battaglie politiche, si devono vergognare!» aggiunge. Ma i militanti grillini non sono gli unici in piazza dell'Esquilino, a rappresentare il partito di Conte c'è il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri. In piazza con la sinistra per difendere il reddito? «Se permette il reddito lo abbiamo creato noi, è un nostro provvedimento non potevamo non difenderlo» ci dice l'onorevole con il petto gonfio di orgoglio «Ci vuole un reddito, servono politiche che aiutino le persone in difficoltà. Il nostro Paese ha bisogno di una cintura di protezione sociale, di un salario minimo». Al di là degli slogan, siete venuti qui per fare concorrenza ad Elly Schlein, a recuperare voti e consenso? «Assolutamente no, noi stiamo cercando di unire il Paese cosa che la sinistra per molti anni non ha fatto». Così i grillini si trasformano anche in collante e si riscoprono rossi, si mimetizzano tra la folla, tra i compagni. Silvestri non sembra accusare il colpo, anzi pare trovarsi bene tra i pugni alzati e le canzoni che inneggiano a Che Guevara. Un nuovo habitat per il nuovo corso del Movimento 5 stelle che cerca disperatamente una casa e nuovi elettori. Se del Partito Democratico meglio. Poco distante Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, la stessa che ha portato in parlamento il sindacalista Aboubakar Soumahoro, ma quella è tutta un'altra storia. Un rosso vero in prima linea contro Giorgia Meloni. Anche lei qui? «Certo, non potevo mancare!» Come i grillini «È necessario unirsi, bisogna costruire delle convergenze contro questa destra che scatena una guerra contro i poveri» - e aggiunge - «serve un reddito in un Paese in cui ogni giorno aumenta la povertà. Cancellarlo significa fare la guerra ai poveri». Così la battaglia contro la cancellazione del reddito di cittadinanza è l'occasione perfetta per unire le opposizioni. E il divano? «È contro la retorica dei divanisti e dei nullafacenti». Beh, a leggere i dati pubblicati proprio ieri su questo giornale è tutt'altro che retorica. Secondo uno studio di Confartigianato il sussidio grillino in questi anni ha portato in molti a scegliere di non lavorare. Sono 1,6 milioni i giovani inattivi in Italia: un record negativo a livello europeo.
Ma loro si giustificano così: «Meglio il reddito di cittadinanza che lavorare solo per 6 mesi a 1000 euro al mese senza la certezza di essere assunto». E poi c'è chi ha il coraggio di dire che questo «è un governo che prende ai poveri per dare ai ricchi».
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