Grillo si precipita a Roma per soccorrere la Raggi

Anche Casaleggio potrebbe presentarsi nella Capitale E il comico si convince: nuova selezione dei dirigenti

Grillo si precipita a Roma per soccorrere la Raggi

H a appeso il cappello sul 7 e mezzo e non recede, «il voto viene assolutamente confermato per una giunta che non molla mai». Pazienza se la squadra è stata smontata e attende altre modifiche. Il che significa che, a un anno dal via, Virginia Raggi non l'ha ancora completata. Lei si regala molto più della sufficienza e cerca di nascondere le grane dentro la torta, quasi fossero ballerine in un casinò di Las Vegas. Certo, ci sono le accuse di abuso d'ufficio e falso, c'è il processo per le nomine di Marra e Romeo, ma «solo se verrà condannata in primo grado dovrà dimettersi», così dice il codice etico pentastellato, una sorta di plastilina ormai da tempo modellata a piacere. «Ha peccato solo d'inesperienza», dicono i suoi. «E che altro possiamo dire?», aggiungono da Genova e Milano, dalle stanze di Beppe Grillo e Davide Casaleggio.

La buttano sul caso Consip, si ricordano di avere uno spirito evangelico, ma come sempre la aggiustano un po' come gli conviene e attaccano chi «non vuol vedere la trave nell'occhio di Renzi, ma guarda la pagliuzza in quei magnifici occhi di Virginia». Poi più che alla tesi del complotto stavolta puntano sulla dialettica del fare, ossia sulle parole e le promesse, lo stesso copione visto nei mesi scorsi, quando Beppe Grillo sbarcò a Roma e per difendere la sua sindaca spiegò che dall'«Europa servivano più soldi per Roma». Per questo è annunciato un altro sbarco del comico nella Capitale; «dovrebbe lasciare Villa Corallina e scendere da Marina di Bibbona a Roma», fanno trapelare da Milano alcuni fedelissimi. Magari è solo un altro depistaggio, magari no, il copione di solito è scritto: Raggi in difficoltà, Grillo in auto, per correre in suo soccorso. Poche ore e si saprà e si scoprirà se pure Davide Casaleggio deciderà di scendere da Milano a Roma. «In verità doveva venire a fine giugno, vediamo, ma sono tutti incontri già programmati, sui quali ovviamente si faranno le solite speculazione», gridano i grillini sistemati sulla linea Maginot.

Ora, in verità, Grillo e Casaleggio hanno maggior sintonia quando si tratta di giudicare Raggi e il suo operato. Quasi un male necessario, un pegno all'inesperienza, «che verrà superato selezionando una nuova classe dirigente». È il pallino di Casaleggio, a tratti entra pure nella testa del comico. Compatti, allora. A parole, perché poi la base è una polveriera, da Roma a Torino, da Virginia Raggi a Chiara Appendino. La sindaca di Roma, nella sua gran voglia di dire quel che pensa, ci ricasca: è stata la prima a scagliarsi contro l'invasione di Roma, è la prima a elogiare il suo anno di amministrazione: «Per la prima volta dopo decenni abbiamo approvato il bilancio preventivo e siamo stati i primi fra le grandi città italiane. Questo ci ha consentito di usufruire di un premio di 15 milioni di euro per la città». E ancora: «Abbiamo messo in strada 150 autobus nuovi». E poi: «Roma, come tutte le grandi città europee, finalmente ha un piano per la riduzione e la gestione dei materiali post consumo». E pure: «Stiamo riconsegnando ai romani il loro fiume, il Tevere».

Ma soprattutto: «Abbiano il primo appuntamento di Formula E sulle strade della capitale», che tradotto sarà il primo campionato di auto da corsa spinte a «energia pulita», sulle strade dell'Eur. Ora, per chiudere: «Queste sono solo parte dei risultati concreti raggiunti in un anno. E questo è solo l'inizio». Tanti auguri. Chi taglia la torta e guarda cosa c'è dentro?

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