Guerini: "Al Senato non ci sarà nessun Vietnam da parte della minoranza"

Il vicesegretario Pd minimizza i movimenti alla sinistra del partito: "Sono battaglie di testimonianza di chi non vuole responsabilità di governo"

Guerini: "Al Senato non ci sarà nessun Vietnam da parte della minoranza"

"Al Senato - ha detto - sarebbe da irresponsabili organizzarsi per osteggiare oppure ostacolare l'azione di governo da parte di un pezzo del partito. E dovremmo andare a spiegarlo, dopo, ai nostri militanti e nei nostri circoli: credo che nessuno lì ci capirebbe. Ma sono certo che questo non avverrà". Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, in una intervista al Quotidiano nazionale, nega che dopo le Regionali vi possa essere una sorta di Vietnam da parte della minoranza dem.

Sulla possibile uscita di altri parlamentari dal Pd, Guerini si è detto dispiaciuto "anche sul piano personale" per la scelta di Civati che comunque "maturava da tempo", mentre per quanto riguarda Stefano Fassina spera che "continui a portare il suo contributo dentro il partito. " Nel Pd - ha spiegato il vicesegretario - convivono diverse culture politiche che si devono confrontare il più possibile, ma tenendo ferma la responsabilità di governare il Paese che ci siamo assunti". Per quanto riguarda altri avvicendamenti dentro il Pd, Guerini ha spiegato che non vi è nessun maremoto in atto e che lui non è candidato a nulla: "La sola cosa certa, date le dimissioni di Speranza, è che si farà, dopo il voto, l'assemblea del gruppo alla Camera. Altre decisioni competono solo a Renzi in un'ipotesi di riassetto complessivo". Il vicesegretario ha poi risposto alla polemica innescata da Massimo D'Alema sul calo degli iscritti: "Per alcuni prima ne avevamo persi 450 mila, poi 250 mila, ora 100mila! Abbiamo chiesto e ottenuto la certificazione degli iscritti e a fine 2014 siamo a quasi 400 mila iscritti rispetto ai 500 mila del 2013, anno in cui, però, si è votato per il congresso. Siamo un partito di iscritti ed elettori che ha quasi gli stessi iscritti dell'Spd e molti di più del Labour Party, del Psoe e del Psf". Nessun timore nemmeno per la nascita di nuovi partiti a sinistra del Pd dove c'è Sel e dove c'era la lista Tsipras.

"Ora vengono evocati operazioni a metà tra il piano sociale e politico. Non mi pare abbiano mai avuto grandi fortune, specie sul piano elettorale. Mi paiono battaglie di testimonianza di una sinistra che non vuole avere responsabilità di governo".

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