Dagli Stati Uniti al Canada, dalla Commissione europea al Parlamento europeo. TikTok spaventa l'Occidente e scatena una levata di scudi internazionale nel nome della sicurezza e delle strategie anti-spionaggio. La Casa Bianca ha annunciato che concederà 30 giorni alle agenzie federali per rimuovere l'applicazione cinese da tutti i dispositivi elettronici del governo. E da oggi anche il Canada seguirà le orme americane, mentre da Bruxelles arriva l'anticipazione che pure il Parlamento europeo ha deciso di tutelarsi. Da Washington a Bruxelles, è un susseguirsi di provvedimenti per mettere al bando l'app più scaricata al mondo che, con 672 milioni di nuove installazioni nel 2022 e oltre 800 milioni di utenti mensili attivi, è considerata il cavallo di Troia del regime di Pechino nelle democrazie, sue rivali.
Dall'America all'Europa, a una settimana dalla decisione della Commissione e del Consiglio europei, anche l'Europarlamento impone il divieto di usare l'app sui telefoni aziendali dei dipendenti, a partire dal 20 marzo, e di vietarne l'accesso dal wifi o dai computer istituzionali. È consigliato, inoltre, disinstallare TikTok sui telefoni personali.
Quanto agli Stati Uniti, le agenzie federali dovranno identificare la presenza dell'applicazione, eliminare le installazioni e revocarne l'autorizzazione all'uso. Entro 90 giorni, sarà necessario annullare i contratti che ne prevedano l'utilizzo ed esplicitarne il divieto in quelli vigenti.
Una misura necessaria, anzi indispensabile, per le autorità di Washington, così come per il governo canadese. La definizione dei tempi è un passo avanti «cruciale per affrontare i rischi presentati dall'app ai dati sensibili governativi - spiega l'Office of Management and Budget statunitense - L'amministrazione Biden ha investito nel difendere la nostra infrastruttura digitale. La definizione della tempistica rientra nell'impegno dell'amministrazione a proteggere la sicurezza e la privacy degli americani», dicono da oltreoceano. Quanto al primo ministro canadese: «Ritengo che se il governo prende la decisione importante di dire ai suoi dipendenti che non possono più usare TikTok sui telefoni di lavoro - commenta Justin Trudeau - molti canadesi, dai privati alle aziende, rifletteranno sulla sicurezza dei dati personali e faranno una scelta».
La censura a Tiktk è una controrivoluzione fino a qualche tempo fa impensabile nell'era digitale, è la crociata che non ti aspetti nell'epoca della febbre da Internet e social network, nella stagione dei video virali e dei palcoscenici virtuali. Ma è una censura considerata vitale per proteggere i governi e le istituzioni democratiche. Eppure è su questa contraddizione - il divieto imposto dalle società liberali a una semplice app - che fanno leva le autorità di Pechino per tentare di ridicolizzare gli avversari. «Gli Stati Uniti hanno tanta paura di un'app che piace ai giovani, sono troppo insicuri», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning. La Cina tocca i tasti cari all'Occidente: «Gli Usa dovrebbero rispettare seriamente i principi dell'economia di mercato e della concorrenza leale, smettere di sopprimere irragionevolmente le società interessate e fornire un ambiente aperto, equo e non discriminatorio affinché le aziende di tutto il mondo possano investire e operare negli Stati Uniti». Commenti per sminuire la potenza rivale.
Ma è chiaro che, tra meme virali e balletti fai-da-te, mentre è in corso una guerra sanguinosa in Europa, TikTok non è più considerata una banale arma di distrazione di massa ma è ormai per l'Occidente arma più che insidiosa della nuova Guerra Fredda.
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