Nell'attesa che il via libera all'utilizzo delle armi anche oltre i confini ucraini porti a conseguenze tangibili, va in scena il solito copione di attacchi russi sul territorio ucraino con la tensione che si sposta anche nei cieli. La notte scorse le forze russe hanno attaccato impianti energetici in tutta l'Ucraina con i caccia polacchi che si sono alzati in volo per pattugliare il confine, temendo che il raid potesse sconfinare in territorio Ue. Mentre Zelensky a Singapore incontra i vertici Usa per definire la mappa degli obiettivi russi potenzialmente colpibili per aumentare la capacità difensiva.
Un'altra notte di fuoco e paura quindi, con le regioni di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Donetsk, Kirovohrad e Ivano-Frankivsk sotto tiro. I danni sono ancora da valutare, anche perché la contraerea di Kiev ha limitato i danni, abbattendo 35 missili sui 53 lanciati e 46 droni, con uno solo andato a bersaglio. Ma l'ennesimo raid ha allarmato non solo l'Ucraina. Caccia polacchi e di Paesi alleati sono decollati in missione di pattugliamento. Lo ha comunicato il Comando operativo delle Forze Armate polacche a dimostrazione che, in ogni caso, l'attenzione su quello che potrebbe fare la Russia da qui in avanti è sotto stretta attenzione da parte dell'Occidente. Mosca dal canto suo rivendica un attacco «con armi ad alta precisione» non solo contro impianti energetici ucraini ma anche contro «arsenali per lo stoccaggio delle armi occidentali», in particolare l'aeroporto militare vicino alla città di Stry, nella regione di Leopoli. Secondo il coordinatore militare Sergei Lebedev le forze armate ucraine si stavano preparando a ricevere proprio in quel sito i caccia F-16 della Nato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intanto, denunciando l'attacco notturno russo, è tornato a chiedere i mezzi per «proteggere il cielo ucraino», perché «civili, infrastrutture e strutture energetiche. Questo è ciò con cui la Russia è costantemente in guerra», ha detto. «L'obiettivo principale della Russia è normalizzare il terrorismo, sfruttare la mancanza di sufficiente difesa aerea dell'Ucraina e sfruttare l'indecisione dei partner. La protezione completa del cielo ucraino deve diventare la norma, in modo che i pazzi del Cremlino capiscano che il loro terrore è inutile. I partner sanno esattamente cosa è necessario a questo scopo». E a Singapore tiene banco il faccia a faccia dello stesso Zelensky con il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin al forum per la sicurezza a Singapore. All'ordine del giorno dell'incontro anche e soprattutto le linee guida per gli ucraini per colpire obiettivi russi oltreconfine così come «permesso» proprio dagli Usa e dagli partner della Nato. Resta comunque la restrizione per cui non è consentito a Kiev di mettere nel mirino obiettivi a lunga distanza ma solo basi russe da cui partono gli attacchi, come ampliamento delle possibilità di difesa. Per esempio nella regione di Kharkiv, dove le basi russi si trovano in territorio russo ma a pochissimi chilometri dal confine.
A Mosca, l'apertura da parte di Usa e Nato è risultata parecchio indigesta. Dopo le minacce assortite da parte dei vari tirapiedi di Putin, è il turno del ministro degli Esteri Seghei Lavrov alzare la voce contro l'«Occidente cattivo».
«L'ipocrisia e la connivenza con i loro accoliti di Kiev, perdonando loro molto, comprese queste azioni palesi per introdurre l'ideologia nazista in teoria e in pratica, sono diventate comuni solo perché queste persone fanno comodo all'Occidente e agli Stati Uniti come strumento nella loro lotta contro la Federazione Russa». Molto ancora succederà. Ma la propaganda di Mosca resta sempre la stessa.
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