"Ha ostacolato i testimoni contro il marito". Lady Netanyahu finisce (di nuovo) nei guai

Sara, sotto indagine penale, non è più tornata in Israele

"Ha ostacolato i testimoni contro il marito". Lady Netanyahu finisce (di nuovo) nei guai
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Non bastava il gradimento ai minimi storici in patria. Né il giallo sulla sua prolungata assenza da Israele. Sulla moglie del premier Netanyahu, Sara Ben-Artzi, 66 anni, la polizia israeliana ha avviato un'indagine penale: la première dame, già condannata nel 2019 con un patteggiamento per uso improprio di fondi statali pari a 50mila dollari (usati in pasti catering mentre nella residenza del capo del governo c'era uno chef a tempo pieno) è ora sospettata di fatti ben più gravi: intralcio a testimoni nel processo a carico del marito, accusato di corruzione, frode e abuso di ufficio.

La vicenda del procedimento contro Netanyahu era già spinosa; diventata un boomerang quando un tribunale di Gerusalemme ha respinto il suo pressing per lo stop alla proiezione del documentario The Bibi Files, basato sulle registrazioni segrete degli interrogatori della polizia finite in pasto ai media anche all'estero. Documentario proiettato al Toronto film festival e al Doc NYC lo scorso novembre. Ora è la moglie di Bibi a tornare sulla graticola, e quell'intreccio di famiglia che da tempo disturba migliaia di israeliani.

Per oltre un anno, la popolazione ha visto figli andare a combattere a Gaza, mentre il secondogenito della coppia si è trasferito in Florida dal 2023, senza tornare neppure dopo il 7 ottobre per dirsi volontario riservista: Yair, 33 anni, ha lasciato Israele dopo le proteste contro la riforma della giustizia trasformandosi in influencer dal tweet compulsivo. A novembre, su X, ha perfino accusato gli 007 israeliani (lo Shin Bet) di voler rovesciare il governo del papà. E visto che pure Sara si troverebbe in America da almeno due mesi, proprio in quel di Miami dove vive Yair, la notizia dell'indagine penale sulla première dame - comunicata ieri dalla procura alla parlamentare di opposizione Naama Lazimi che aveva chiesto l'avvio del procedimento - apre nuove speculazioni sul perché non sia tornata in Israele neppure durante le feste. Era assente alla testimonianza del marito in aula e perfino durante l'operazione alla prostata a fine 2024. È davvero rimasta a Miami per sottoporsi a cure? O come sostengono i detrattori è volata negli Usa per sottrarsi a interrogatori in patria? Il fascicolo è stato aperto il 26 dicembre.

Lei ha lasciato Israele pochi giorni prima, dopo l'inchiesta tv Uvda su Channel 12: lì si sosteneva che avesse ordinato ad Hanni Bleiweiss, defunta assistente del marito, di organizzare proteste per intimidire il procuratore generale, il suo vice e altri funzionari che riteneva ostili a «Bibi», e di orchestrare una campagna online contro Hadas Klein, testimone chiave in uno dei casi di cui «Bibi» deve rispondere.

Già nel mirino dei media per i soggiorni al St Regis Resort, contornata da guardie del corpo pagate dai contribuenti, Sara è inseguita pure dal

dipartimento per i reati informatici. Per la deputata Lazimi, «deve essere assicurata alla giustizia». Ultima gatta da pelare per una famiglia divisa tra Tel Aviv e Miami, la cui immagine pubblica era già piuttosto logorata.

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