Ha destato stranamente poco clamore la storia pubblicata da Giuseppe Conte sul suo profilo Facebook giovedì scorso, quella nella quale invitava i sui seguaci a unirsi a un gruppo in suo favore e dileggiava Renzi: Conte premier-Renzi a casa. Il team media di Palazzo Chigi ha messo immediatamente le mani avanti parlando di presunti attacchi hacker ma già nelle ore successive si era delineata una situazione diversa, che sembrava ricondurre al MoVimento 5 Stelle, soprattutto dopo la smentita di Facebook.
Da Italia viva è stato immediatiamente chiesto l'intervento del ministro dell'Interno, per effettuare una denuncia alla polizia postale. Nel frattempo si è mosso anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal leghista Raffaele Volpi, che ha voluto capire di più su quanto accaduto. I dubbi sorti sono stati tanti, anche perché ad aprire il gruppo è stata una pagina Facebook filo-grillina chiamata Infopolitica, misteriosamente sparita dopo che la notizia ha iniziato a circolare sul web. Infopolitica era collegata al sito web informazionevera.it, coinvolto nelle campagne di shitstorming contro Sergio Mattarella dopo la richiesta di impeachment da parte di Luigi Di Maio nel 2018. La Procura della Repubblica chiuse quel sito, che era il progetto editoriale di Piergiorgio Pierre Cantagallo, dipendente dell'area social del gruppo M5S alla Camera dei deputati.
Già il giorno dopo nessuno parlava più di questa storia. Sparita la pagina Infopolitica, Cantagallo ha eliminato dalla bio di Facebook il suo posto di lavoro e nessuno ha più detto nulla. L'Adnkronos ha provato a contattare Cantagallo, che secondo l'agenzia è ancora membro dello staff social del Movimento 5 Stelle, attualmente operante in smartworking. Tuttavia, "il guru social non ha voluto rispondere alle domande che gli sono state poste". L'Adnkronos fa di più e rivela di essere in possesso del famoso screetshot relativo al post pubblicato dalla pagina ufficiale del Movimento 5 Stelle, poi rimosso dopo pochi minuti, proprio nel gruppo incriminato.
Si tratta di "un video risalente al 2017 in cui Matteo Renzi, ospite di 'Porta a Porta', bolla come 'inaccettabili' i veti posti dai piccoli partiti", scrive l'Adnkronos, che sottolinea come il gruppo abbia anche cambiato nome, diventando solo Conte premier, lo scorso 18 gennaio.
Tuttavia, i grillini si difendono e dicono che si tratta di una prassi normale "che serve a garantire maggiore diffusione ai propri contenuti". Non deve pensarla così il Copasir, che è in attesa delle audizioni di Rocco Casalino proprio in merito a questo presunto hackeraggio e a quella collegata alla geolocalizzazione in Libia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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