«Questa è una settimana storica. Domani (oggi per chi legge, ndr) isseremo la bandiera della Finlandia al quartier generale della Nato». Lo ha annunciato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. La soddisfazione di tutto il blocco è palpabile: il nuovo socio nordico non solo condivide 1.340 chilometri di confine con la Russia, il che aiuta l'alleanza a contenere il temibile avversario sul fronte settentrionale. Con una popolazione di 5,6 milioni di abitanti su un territorio di 338mila km quadrati contro i 301mila dell'Italia, la Finlandia è una piccola potenza militare, con forze armate decisamente più in forma di quelle di tanti partner dell'alleanza che da oggi conta 31 membri. Con 64 aerei da combattimento, Helsinki ha l'aeronautica del Nord Europa con la migliore capacità di attacco a lungo raggio. La sua Difesa dispone di eccellenti missili terra-aria made in Usa, di un solido parco artiglieria aria-aria e di una Marina nel Baltico moderna. In Finlandia oltre alla coscrizione obbligatoria vi sono turni di riserva per gli uomini dai 18 ai 60 anni, con il risultato che oltre a quasi 280mila effettivi, le forze armate contano anche su 900mila riservisti.
Il passaggio della Finlandia dalla neutralità all'allineamento atlantico non è stato un fulmine a ciel sereno: più in anni recenti Mosca si è fatta aggressiva nei confronti dei vicini (Ucraina, Georgia e Moldavia) e più i finlandesi si sono ricordati della pericolosità dell'orso russo. Un orso (allora sovietico) che nel 1939 violò la neutralità del suo vicino occidentale, invadendolo. I finlandesi si difesero strenuamente ma finirono schiacciati dalla preponderanza dell'armata rossa: la Guerra d'Inverno si concluse con il Trattato di Mosca del 1940 che decurtò la Finlandia di circa l'11% del suo territorio. Da allora il concetto di difesa territoriale informa tutte le attività delle forze armate finlandesi.
Unica nota dolente ieri è stato il mancato ingresso della Svezia, un Paese militarmente già integrato con la Finlandia e partner abituali di tante esercitazioni con i paesi Nato. Il cammino di Stoccolma verso l'alleanza è stato stoppato dalla Turchia, che chiede agli svedesi un pugno più duro contro i curdi accusati di supportare i terroristi del Pkk, come anche dall'Ungheria, il cui governo non perde occasione di prendere le distanze dagli alleati quando si tratta di sanzionare o di armarsi contro Mosca. Stoltenberg ha però dato prova di ottimismo: «Tutti gli alleati concordano sul fatto che l'adesione della Svezia debba essere completata presto». La reazione di Mosca non si è fatta attendere: «Rafforzeremo il nostro potenziale militare i direzione Ovest e Nordovest", ha dichiarato alla Ria il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko. «Nel caso in cui le forze e le risorse di altri membri della Nato vengano dispiegate in Finlandia, adotteremo misure aggiuntive per garantire in modo affidabile la sicurezza militare della Russia».
A Helsinki, intanto, il vincitore delle elezioni di domenica, il conservatore Petteri Orpo deve decidere in che direzione muoversi. Dopo la batosta alle urne i centristi di Annika Saarikko insistono che il loro posto è l'opposizione, ma Orpo spera di convincere il quarto partito per numero di seggi ad appoggiarlo come premier.
Ma i moderati dovranno scegliere se imbarcheranno i non facili sovranisti dei Veri Finlandesi (con cui c'è accordo sul taglio della spesa pubblica e su Kiev, ma non sui migranti)né i socialdemocratici della premier uscente Sanna Marin, arrivati rispettivamente secondi e terzi a un'incollatura. La scelta dopo un questionario inviato alle due sfidanti.
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