Scajola: "Ho vinto senza i voti della sinistra"

Il neosindaco di Imperia: me li aspettavo ma ne ha presi di più il centrodestra

Scajola: "Ho vinto senza i voti della sinistra"

Ha vinto a Imperia, correndo contro quello stesso centrodestra di cui un tempo faceva parte. Molti si ricordano di Claudio Scajola per lo scandalo della famosa casa al Colosseo o per la sua imputazione nel processo Breakfast, con l'accusa di aver favorito la fuga dell'ex forzista latitante Amedeo Matacena, ma lui, a 70 anni, è diventato per la terza volta sindaco della città ligure, correndo con le liste civiche. Ha battuto l'avversario Luca Lanteri con il 52,05%.

Se lo aspettava?

«Sono molto lieto che gli imperiesi abbiano recepito il messaggio loro diretto, quello della concretezza e del servizio che intendevo svolgere. Ormai ho settant'anni e non avevo bisogno di avere una medaglietta. Io ho risposto alla richiesta, che era molto diffusa in città, di dare una mano per risollevare una città in decadenza. Ho accolto l'invito candidandomi con lo slogan Rilanciamo Imperia insieme. Aperto a tutti e contro nessuno».

Come ha fatto a incrinare la stabilità della Liguria di Toti?

«Erano più forti la stima e la considerazione nei confronti del candidato sindaco Scajola che quella per simboli che ormai rappresentano poco. La gente, di fronte alla crisi dei partiti, in una comunità tiene di più alle persone. Credo sia questo il segnale che deve andare in giro».

Lei è uscito da Forza Italia, però giunge notizia che Silvio Berlusconi l'ha chiamata per congratularsi. È così?

«Ieri sera a mezzanotte e 20 mi è arrivata la telefonata di Berlusconi, ma non sono riuscito a rispondere. Ci sentiremo più tardi».

Che cosa pensa oggi di Forza Italia?

«Che è evanescente, perché non c'è più una struttura organizzata sul territorio e ci sono piccoli leaderini autoreferenziali sparsi in tutta Italia».

E di Salvini e della Lega?

«Che è un bravo leader e un bravo comunicatore, con uno stile e un modo che non è però il mio modo di far politica e intendere il rapporto con le istituzioni. Il centrodestra poteva avere una sua funzione importante, ma a guida moderata e riformatrice, non a guida populista».

Quindi per lei il centrodestra non esiste più?

«C'è la destra ma il centro non si vede».

Su cosa si è basata la sua campagna elettorale?

«L'ho fatta con il motorino, in mezzo alla gente, con una squadra di giovani freschi e sereni, senza parlare male di nessuno e solo con sorriso. Questo mi ha fatto ringiovanire e capire che la gente è meglio del palazzo».

Però in molti si ricordano di lei per i suoi guai giudiziari.

«Per me la politica è confronto di idee, per altri è la demonizzazione dell'avversario. Io non mi curo di loro, ma guardo e passo».

Pensa che la

sinistra l'abbia votata?

«Mi sarei aspettato un loro naturale consenso, ma vedendo i dati, rispetto al primo turno, ho capito che c'è stato un voto di risulta della sinistra e che l'avversario ne ha presi più di me».

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