A Traversetolo la vita torna di sabato: la gastronomia in piazza Fanfulla chiude prima, per festeggiare la nascita della nuova nipotina, che arriva avvolta in una copertina rosa. Un autobus scarica una truppa di ragazzi. Jeans, felpe, zaino e sguardi felici: potrebbero essere tutti Chiara e convivere con un segreto insospettabile?
Giovedì la 21enne accusata di aver partorito e sepolto in giardino due bimbi in 15 mesi comparirà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia, dopo che - da due giorni - si trova ai domiciliari fuori città. Bollata c'è una querela - come vendetta personale la delazione di una donna che al Tg1 aveva detto che la famiglia del fidanzato sapeva delle gravidanze. La vox populi è diversa: «Non si vedeva che fosse incinta, ma chi le stava più vicino non può non aver nemmeno intuito», dicono al bar all'altro capo della piazza, dove lei era di casa per l'aperitivo. Chiara resta la ragazza perfetta che tutti hanno descritto, ma «come poteva temere il giudizio dei parenti se viveva quasi indipendente nella taverna con il fidanzato che dormiva da lei». Solitudine, indifferenza, sono le parole che ricorrono spesso. E non sono un reato. Anche se possono aver pesato sulle scelte della ragazza.
Scellerate ed «indecifrabili»: così le ha definite la Procura di Parma. Nei documenti, oltre all'orrore della dinamica dei parti, c'è molto altro. Quel 9 agosto sono bastati tre spazzolini da denti e poche ore per capire, tramite il Dna, che quel bimbo che il labrador di famiglia aveva ritrovato in giardino, avvolto in una salvietta gialla e quasi vegliato fino all'arrivo della nonna non veniva «da fuori»: nessuna vendetta, nessun avvertimento. Era figlio di Chiara. I Petrolini, però, erano appena partiti per New York: vacanza, fuga, alibi? La Procura usa cautela. Avrebbero potuto scappare: non lo fanno e, pur non anticipando il rientro, dopo 10 giorni all'aeroporto trovano gli inquirenti ad attenderli. Dalle intercettazioni che seguono i genitori - indagati come atto dovuto - risultano estranei, così Samuele il fidanzato che fornisce subito il dna e si ritrova padre. Chiara, invece, parla poco: solo due interrogatori, uno come esito di dichiarazioni spontanee; il secondo, 10 giorni fa, quasi a suggellare quello che gli inquirenti le contestano, sulla base delle ricerche apparse su suo cellulare. «Seconda gravidanza» è il campanello di allarme: i carabinieri mettono in campo un sofisticato elettromagnetometro e poi tutta loro intuizione. E vicino ad un'altra porzione di siepe trovano altre ossa. Siamo al 7 settembre: ancora 48 ore per capire che si tratti di un'unica vita, un bimbo nato a termine, almeno un anno prima.
È il primo figlio di Samuele e Chiara. Lei ammette, versa qualche lacrima per dire che quello sì «era nato morto» a metà maggio del 2023. Del secondo, invece, non aveva «più sentito il battito», nella notte del 7 agosto.
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