Ci sono anche storie eroiche nella tragedia del cavalcavia. Come quella di un operaio gambiano di 27 anni che lavora in una società di impiantistica di Porto Marghera legata a Fincantieri e che, assieme ad un collega, lunedì sera non ha esitato a gettarsi tra i rottami del pullman precipitato dal viadotto per salvare i sopravvissuti. Boubacar Tourè ha spiegato al Gazzettino di aver aiutato i vigili del fuoco intervenuti per primi sul mezzo in fiamme a portare fuori quattro persone, tra le quali una bambina, poi affidata ai sanitari del 118. «Oltre a loro sono riuscito a salvare anche un cagnolino», ha detto il giovane. I due operai, terminato il turno - la fabbrica dista qualche centinaio di metri dal luogo dell'incidente - hanno visto quasi in diretta la scena dello schianto e subito sono corsi verso il pullman che si era incendiato per cercare di aiutare. «Ho visto l'autista, nella cabina del pullman, ma aveva la testa insanguinata ed era già morto. Il vigile del fuoco allora mi ha detto che dovevamo pensare ai vivi, ai feriti, così l'ho aiutato ad estrarre quelle persone, per portarle all'esterno», ha raccontato. «C'era una donna che voleva uscire ma sua figlia era dentro - prosegue il racconto -. Non parlava italiano, ha detto my daughter, mia figlia. Le ho dato una mano, l'ho tirata fuori, poi ho tirato fuori la figlia. Ho preso l'estintore per spegnere il fuoco, ma non bastava, poi sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco».
Boubacar ha spiegato di aver avuto paura solo dopo, quando la gente chiedeva aiuto non ne aveva: «Non avevo mai visto una cosa del genere, gente che moriva con i vestiti bruciati». Il suo collega, Odion Egboibe, nigeriano di 26 anni, ha ringraziato i vigili del fuoco: «Ci hanno dato dei vestiti nuovi, erano tutti sporchi di sangue. Non ho pensato a morire, volevo solo salvare le persone».
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