"Prima i fatti e poi le parole". Il Colle è dalla parte di Draghi

Il premier dà priorità alle azioni piuttosto che ai proclami televisivi: "E non aspettatevi stravolgimenti". Dal Quirinale apprezzano la nuova filosofia

"Prima i fatti e poi le parole". Il Colle è dalla parte di Draghi

Poche chiacchiere, zero promesse in diretta televisiva, molta cura alla sostanza e precedenza ai fatti: così il premier Mario Draghi ha deciso di iniziare la sua nuova avventura alla guida del governo in piena pandemia, senza illudere gli italiani con giuramenti irrealizzabili e impegni di difficile compimento. Le uscite pubbliche sono state davvero poche, l'ultima delle quali ieri dall'hub di Fiumicino per annunciare una vera e propria accelerazione del piano di vaccinazione con l'obiettivo di triplicare le somministrazioni giornaliere: la nuova strategia è già pronta, tanto che il commissario Figliuolo punta a vaccinare tutti gli italiani (che lo vorranno, ovviamente) almeno entro la fine dell'estate.

Il diktat del presidente del Consiglio è ormai chiaro a tutti: "Prima i fatti e poi le parole". Un concetto ribadito anche alla squadra di ministri, invitata caldamente a evitare il chiacchiericcio politico che rischierebbe di rallentare l'azione dell'esecutivo e spingere verso la fine quella che è una maggioranza estremamente eterogenea. È vero che l'ex numero uno della Banca centrale europea ha iniziato a farsi sentire, ma chi lo conosce bene ha già avvertito: "Non aspettatevi stravolgimenti". Lui, dicono, è fatto proprio così. Silenzioso, concreto ed efficace. Una nuova filosofia, rispetto al metodo Giuseppe Conte, che il Colle apprezza e non poco.

Il Colle è soddisfatto

Negli ambienti del Quirinale, scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, circola con insistenza un refrain preciso: "Si sono lamentati anche con Mattarella all'inizio. Il silente Mattarella. Poi si sono abituati ad avere un presidente della Repubblica poco loquace ed ora lo apprezzano. Quelli bravi fanno le inchieste e approfondiscono le cose. Gli sciatti invece soffrono...". Dal Colle infatti non sarebbero affatto sorpresi dalla "comunicazione non-comunicazione" di Draghi. Anche perché spesso le critiche alla quiete dei leader "sono sinonimo della mancanza di inciuci con i direttori", ai quali frequentemente "piace fare i 'grandi suggeritori' della politica".

I rapporti tra il premier e il capo dello Stato sono ottimi: il presidente della Repubblica in passato più di una volta avrebbe ascoltato i suoi consigli in materia economica. E se dovesse cedergli il posto del Quirinale - come alcuni segnali lascerebbero intendere - Sergio Mattarella sarebbe ben lieto.

Si tratta tuttavia di scenari ipotetici e ancora prematuri da affrontare: Draghi è concentrato nella ottimizzazione del piano vaccinale attraverso cui consentire agli italiani un graduale (e si auspica rapido) ritorno alla normalità.

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