"I giovani vogliono essere utili, ma vanno indirizzati e mai delusi"

Sostiene che la sua e quella dei suoi collaboratori è una "visuale privilegiata"

"I giovani vogliono essere utili, ma vanno indirizzati e mai delusi"

Sostiene che la sua e quella dei suoi collaboratori è una «visuale privilegiata». E ha ragione Giuseppe Volpe (nella foto), 60 anni, direttore del Servizio Scuole e corsi delle Polizia di Stato, uno dei due servizi che compongono l'Ispettorato delle scuole, l'autorità che sovrintende le scuole della Polizia di Stato. «Il nostro è un occhio su tutto il mondo che la polizia riserva e va da ragazzi 19enni a 50enni con molta buona volontà e motivazione - ci dice il dottor Volpe - La polizia è un macrocosmo, ci sono tantissime attività operative che determinano la necessità di doversi specializzare in diversi settori».

Apprendiamo così che ci sono scuole di base di primo livello che si curano di formare giovani poliziotti all'ingresso in amministrazione. Poi ci sono le scuole di secondo livello, centri di specializzazione e qualificazione per formare chi è già in servizio e si tratta di scuole più particolari perché si occupano di settori specifici. Un esempio? A Moena c'è il centro di addestramento alpino, a La Spezia il centro di specializzazione nell'ambito dei sommozzatori che si formano in ambito marino; al centro di formazione dell'ordine pubblico di Nettuno si formano operatori già in servizio.

Chiediamo al dottor Volpe cosa cerchino e cosa desiderino i ragazzi che si affacciano ora a questa professione. «Una costante che caratterizza questi ragazzi è la ricerca di essere utili per gli altri- spiega il direttore del Servizio Scuole e corsi delle polizia di stato -. Nel mio bagaglio professionale c'è stata anche la selezione del personale e posso affermare con certezza che spesso le motivazioni più forti riguardano il volersi mettere in gioco per tutelare i diritti e le libertà del cittadino. Svolgere un lavoro che si proietta sugli altri è infatti la caratteristica che anima la stragrande maggioranza di questi ragazzi. Spesso c'è una fortissima motivazione che noi chiaramente non dobbiamo deludere, ma dobbiamo mantenere forte, elevata e soprattutto dirigerla verso scopi proficui, perché l'entusiasmo giovanile va declinato nella giusta direzione».

«Il nostro punto di riferimento? - conclude il dottor Volpe -

L'articolo 24 della legge 121, che è la nostra legge di riforma e che sostanzialmente fa riferimento alla tutela delle liberà fondamentali del cittadino e dei suoi diritti: questo valore è alla base di tutto il nostro agire».

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