Hanno cercato di salvarsi risalendo lo yatch che si inabissava di prua, in verticale, nel disperato tentativo di uscire fuori. I sub li hanno trovati non nelle loro cabine, dove, mappe alla mano, li cercavano, ma in quelle della parte opposta. «Erano tutti su quel lato» dice una fonte. Mentre si aggrappavano con tutte le forze alla vita, l'acqua saliva rapida e riempiva ogni cosa. Il cuoco Thomas ce l'aveva quasi fatta, ecco perché è stato ritrovato al lato del veliero che, dopo essere sceso giù in verticale, si è adagiato sulla parte destra a 49 metri di profondità. È la terribile prima ricostruzione della tragedia avvenuta all'alba di lunedì a mezzo miglio dalla costa palermitana di Porticciolo, costata la vita a 7 persone.
È questione di ore. Poi fioccheranno i primi avvisi di garanzia. Le pesanti accuse sono di naufragio e omicidio plurimo colposo. Sicuramente penderanno sul capo del comandante, James Cutfield, 51enne neozelandese con alle spalle un'esperienza di skipper e di capitano di yatch di lusso. Da quella che sembra l'ipotesi tra le più accreditate, Cutfield avrebbe commesso una serie di errori grossolani che, concatenati, avrebbero portato all'affondamento dell'imbarcazione. Probabilmente i primi nomi saranno iscritti sul registro degli indagati non appena sarà ritrovata Hannah, la figlia del tycoon britannico Mike Lynch, il quinto estratto dallo scafo del veliero. Quella dell'iscrizione sul registro degli indagati è un'operazione necessaria in quanto servirà a potere espletare gli accertamenti irripetibili come l'autopsia, che chiarirà dettagli importanti sulla morte dei passeggeri.
Ieri la salma di Lynch è stata portata al Cimitero dei Rotoli, dove già si trovavano quelle di Anne Elizabeth moglie di Jonathan Bloomer, presidente della Morgan Stanley International e veterano della Finanza internazionale, e di Nada moglie dell'avvocato americano Christopher Morvillo, legale di Lynch. Le salme di Bloomer e Morvillo si trovano al Policlinico. Sulle indagini blindate della procura di Termini Imerese, che ha indetto una conferenza stampa per domani, peseranno anche le parole di Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The Italian Sea Group, la società quotata in borsa proprietaria degli asset di Perini Navi di Viareggio, che ha costruito il veliero di lusso nel 2008. Per lui il Bayesian era «inaffondabile», autentico gioiello galleggiante che poteva essere abbattuto solo da errori umani come quelli che sembrerebbero essersi succeduti all'alba di lunedì. A cominciare dalla deriva mobile alzata, per proseguire con il boccaporto del ponte superiore aperto e lo yatch ancorato.
«La tempesta ci ha colto all'improvviso» è la linea difensiva del comandante che, come gli altri superstiti, ha scelto di farsi seguire da un'importante compagnia legale inglese.
Nell'inchiesta italiana confluiscono le foto e immagini delle telecamere che hanno ripreso la tempesta e l'affondamento del veliero, e quelle immortalate sul fondale dal Rov, «robot» in ausilio ai Nuclei Sub della Guardia costiera di Napoli e Messina. Parallela c'è un'inchiesta della Gran Bretagna e una amministrativa della nostra guardia costiera.
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