I numeri di cui bisogna fidarsi

Disclaimer: questo sarà un pezzo con tanti zeri. E lo zero è una brutta bestia: può essere niente e può essere tanto.

I numeri di cui bisogna fidarsi

Disclaimer: questo sarà un pezzo con tanti zeri. E lo zero è una brutta bestia: può essere niente e può essere tanto.

In questo caso gli zeri che ci interessano sono davanti, prima e dopo la virgola. E sono di quelli che pesano. Perché di mezzo c'è la nostra salute.

Allora: l'Italia e l'Europa si interrogano sulla pericolosità dei vaccini contro il Covid-19, in particolare su AstraZeneca, il siero che sin dall'inizio ha fatto la figura del cugino di campagna (vaccinale), brutto, sporco e cattivo. In Italia si sono verificati cinque decessi successivi alla somministrazione del siero, il cui collegamento con l'immunizzazione è naturalmente tutta da provare. Questo ha provocato una pioggia di rinunce in tutta Italia: meglio il rischio di beccarsi il Covid che quello di morire cercando di evitarlo. Apparentemente ragionevole. Ma solo apparentemente.

È il momento di convocare i nostri amati zeri e di analizzare le cifre. L'azienda farmaceutica anglo-svedese assicura che su «oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova dell'aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda». D'accordo, fin qui è come chiedere all'oste se il vino è buono. E allora andiamo ai numeri incontestabili: finora nei Paesi dell'Unione Europea sono stati segnalati 30 casi di trombosi su un totale di 5 milioni di persone che hanno ricevuto il vaccino di AstraZeneca. Ammettiamo che questi episodi siano stati tutti provocati dall'immunizzazione, la percentuale è comunque dello 0,0006 (uno zero prima della virgola e tre dopo). Di Covid a tutto ieri erano morte in Italia 101.184 persone, lo 0,16965 per cento della popolazione. Ovvero un dato quasi 283 volte superiore. Se poi teniamo conto solo dei contagiati, 3.149.017 dall'inizio dell'emergenza, la percentuale sale al 3,21319 per cento, ovvero 5.355 volte superiore. Insomma, chi si becca il Covid ha 5.355 volte le possibilità di guardare l'erba dalla parte delle radici di chi si immunizza da esso. Ma avere paura e sfuggire al punturone è molto meno faticoso, evidentemente, di impugnare una calcolatrice, che peraltro è installata sullo stesso iPhone con cui whatsappiamo di continuo e scarichiamo video di gente che balla (male) su TikTok.

Il fatto è che i numeri sono scienza e non fantascienza. Nel 2020 sono morti - dati Istat, mica mago Otelma - 746.146 italiani, 100.256 più del solito a causa della pandemia. Questo vuol dire che ogni anno salutiamo l'1,25 per cento della popolazione. E che ogni giorno muore - per Covid, per tumori, per incidenti stradali, per qualsiasi motivo il nostro destino abbia scelto - lo 0,00342466 per cento della popolazione, al netto naturalmente del maggiore fattore di rischio determinato dall'età, dalle malattie e da mestieri a rischio.

Lo 0,00342466 sembra poco, e lo è, ma è comunque quasi sei volte superiore a quello 0,0006 per cento di (presunti) morti da vaccino. Insomma, si corre più pericolo a stare su una panchina dei giardini a leggere il giornale che ad andare a farsi salvare la vita (e a salvare quella degli altri). Non lo diciamo noi. Lo dice Pitagora.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica