Rebus nomine, l'ira di Barbera

I nuovi giudici della Corte costituzionale: "Siamo già in ritardo e corriamo dei rischi di avere un collegio sottoposto a un qualunque virus"

Rebus nomine, l'ira di Barbera
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La torre eburnea dove si rifugia il Pd è a Pisa, ed è inclinata a sinistra «perché i candidati alla Consulta di Elly Schlein so' tutti lì», maligna una fonte al Giornale. Il 21 dicembre scadono altri tre giudici della Corte costituzionale. Fate presto, titolava il Mattino all'indomani del sisma in Irpina il 26 novembre del 1980. Lo ripete Augusto Barbera, a margine della sentenza sull'Autonomia. «Siamo già in ritardo e corriamo dei rischi di avere un collegio sottoposto a un qualunque virus». Oltre a lui andranno a riposo Franco Modugno e Giulio Prosperetti, il posto di Silvana Sciarra è vacante da un anno fa ma non c'è ancora la fumata bianca. O meglio, c'è ma bisogna allineare il quorum (due terzi per i giudici in scadenza, tre quinti per la Sciarra).

Tra gli strepiti della sinistra Giorgia Meloni ha scelto Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico figlio d'arte (il padre Annibale era indicato da An), Forza Italia vuole il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, a un'incollatura l'ex Csm Pierantonio Zanettin. Serve un «tecnico» bipartisan, Roberto Garofoli, già braccio destro di Mario Draghi o Giuseppe Benedetto, presidente di Fondazione Einaudi.

Alla rosa manca il rosa. Giuseppe Conte vorrebbe Filippo Donati ma a lui non dispiacerebbe neanche Andrea Pertici. È allievo di Roberto Romboli, il membro laico del Csm in quota dem, a sua volta discepolo di quell'Alessandro Pizzorusso che al Csm in quota Pci «uccise» Giovanni Falcone prima della mafia, negandogli la nomina a Procuratore nazionale antimafia. «L'alternativa Pd è Stefano Ceccanti, pure lui di Pisa», ci dice un'altra fonte.

«E dire che Romboli ha avuto anche allieve eccellenti come Elisabetta Catelani o Elena Malfatti», perché non puntare su una donna? Perché Pertici è un ultrà Lgbtq+, tanto da farsi un selfie «scrivendosi sul palmo della mano ddl Zan», ricorda Il Foglio, è nella direzione Pd, vorrebbe fare a pezzi la riforma di Roberto Calderoli ed è anche il difensore della Procura di Firenze che vuole processare Matteo Renzi per la Fondazione Open. E la stortura istituzionale sarebbe Marini? Si rivota domani.

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