Forza Italia riparte dalla Calabria e, con la netta vittoria di Roberto Occhiuto, da questa regione dà una lezione agli alleati di centrodestra. Un candidato politico, già capogruppo alla Camera degli azzurri, conferma in questa terra il peso del partito, primo in assoluto per consensi. «Sembra un risultato da 1994 - scherza Silvio Berlusconi, parlando al telefono con Occhiuto e ricordando i tempi d'oro-, ero convinto che scegliendo il candidato giusto, un politico e moderato, saremmo stati premiati». È entusiasta per la Calabria, ma richiama tutti ad impegnarsi nei ballottaggi.
Molto presto, nel pomeriggio, si delinea un risultato inequivocabile. Ad Arcore Silvio Berlusconi segue i dati con i suoi più stretti collaboratori. Poi, nel tardo pomeriggio chiama una prima volta Occhiuto, più tardi una seconda volta quando ormai è sicuro di poter fare gli auguri al nuovo presidente della Regione.
Lui, che andando alle urne domenica ha criticato la scelta di candidati-sindaci civici nelle grandi città voluta da Lega e Fratelli d'Italia, sottolinea ad Occhiuto che la sua è anche una vittoria della politica e la dimostrazione che la coalizione deve tornare ad essere a trazione liberale e moderata, con Fi al centro, perché la gara tra gli estremi non premia. Alle 18,30 tutto è chiaro in Calabria. Il vicepresidente e coordinatore nazionale Antonio Tajani è già sceso a Lamezia Terme per festeggiare con i dirigenti locali, a cominciare dal coordinatore Giuseppe Mangialavori, che parla di «vittoria schiacciante».
In camicia bianca e raggiante, Occhiuto fa la prima dichiarazione, ricorda il suo slogan, «La Calabria che l'Italia non si aspetta», chiede sostegno al governo per l'emergenza rappresentata dalla regione e, in particolare, nella lotta contro la 'Ndrangheta «che ci fa schifo», promette di occuparsi in prima persona della sanità. «Non abbiamo fatto polemiche - dice- ma parlato dei problemi, così si stravince. La bassa affluenza è quella dell'ultima volta, metà degli elettori non va a votare, ma bisogna recuperare consenso. Mi auguro che ci sarà una riflessione nel centrodestra. Spesso la scelta dei candidati avviene tardi e non di persone radicate sul territorio, di politici che conoscono le criticità, perché non bisogna avere pregiudizi».
Il posto che occupa era di Jole Santelli, prematuramente scomparsa, e a lei va l'applauso di tutti. «Sono particolarmente orgoglioso -dice Tajani- perché Fi è il primo partito, non del centrodestra ma in assoluto, della Calabria. Occhiuto è il nostro quarto presidente di Regione in Italia. Berlusconi sta per tornare in campo, i medici presto glielo consentiranno e la Calabria gli regala quasi il 30% dei consensi. Ora, però, dobbiamo batterci ovunque nei ballottaggi, da Roma a Torino». Sestino Giacomoni è convinto: «Dove c'è un candidato politico di razza, moderato, liberale, europeista e garantista il centrodestra vince. La scelta di Berlusconi è stata giusta». E persino il segretario dem Enrico Letta condivide ed elogia il Cavaliere: «Questo centrodestra non c'è più, vinceva quando c'era un federatore e il federatore era Berlusconi. Senza Berlusconi il centrodestra non è più in grado di essere una cosa unica, di scegliere candidati».
Si respira molto orgoglio azzurro, si spera che il segnale sia sufficiente per una svolta nella coalizione.
Sembra premiata la posizione governista e moderata di Fi, che si è tenuta fuori dalla competizione tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, uno con Mario Draghi e l'altra contro. Non c'è solo la Calabria. A Trieste il candidato azzurro, il sindaco uscente Roberto Dipiazza, è in testa e va al ballottaggio. E a Napoli Fi si presenta come primo partito del centrodestra.
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