I segreti del ritiro occidentale dall'Afghanistan raccontati in un libro sull'"Inferno di Kabul"

Dalla testimonianza delle mamme dei soldati, ai racconti dei generali

I segreti del ritiro occidentale dall'Afghanistan raccontati in un libro sull'"Inferno di Kabul"

«Inferno a Kabul: la vera storia del ritiro occidentale dall'Afghanistan» (Ed. Historica Giubilei Regnani) è un libro per leggere la storia controcorrente. Partendo dalla cronaca per arrivare a un'analisi politica fuori dagli schemi. A scriverlo sono stati Chiara Giannini e Simone Platania. Un saggio per comprendere i segreti di una «ritirata mal pianificata dagli Usa», con «migliaia di persone in fuga», con al centro «l'ultima notte nell'inferno di Kabul, dove i militari italiani hanno fatto la differenza».

Nella prima parte si narra l'«esperienza» della Giannini «un mese fa a Kabul, negli ultimi giorni prima del ritiro del contingente: le testimonianze delle madri di due caduti (nel caso di Rosa Papagna si è appena riaperto il processo per la morte del figlio), le testimonianze di 4 generali: Morabito, Bertolini, Battisti e Preziosa, e infine una parte sulle nuove strategie comunicative terroristiche».

Ma chi sono i due autori di «Inferno a Kabul»? Chiara Giannini si descrive così: «Giornalista e inviata di guerra. Ha calpestato il suolo afghano per quattordici volte, raccontando ogni sfaccettatura del Paese degli aquiloni. Ha fatto reportage anche da Iraq, Libano, Kosovo, confine libico e da molti altri luoghi caldi del mondo». E poi: «Nel 2014 ha rischiato di morire in un attentato terroristico avvenuto sulla Ring Road, tra Herat e Shindand. Attualmente scrive per Il Giornale ma i suoi articoli sono usciti sui principali quotidiani nazionali. Questo è il suo terzo libro, il secondo sull'Afghanistan».

Simone Platania è invece «studente in lingue, culture, letterature e traduzioni presso l'Università La Sapienza di Roma, è esperto in studi della storia mediorientale». Entrambi, nel loro libro, si sono posti una domanda: «Cosa c'è dietro al frettoloso ritiro della coalizione internazionale dall'Afghanistan?». Ma gli interrogativi della coppia Giannini-Platania non finiscono qui. Altra domanda-chiave: «I vent'anni che le nostre Forze armate hanno passato in quella terra sono davvero serviti a qualcosa, visto il drammatico epilogo?». Un libro in cui il lettore troverà le risposte a queste e altre domande nel racconto degli ultimi giorni nell'inferno di Kabul attraverso «l'analisi fatta da esperti e veterani di ciò che è stato a sarà di una terra in cui la guerra è parte integrante della cultura civile». Un racconto avvincente sulla «vera storia della fuga degli interpreti afghani, dell'impegno per salvarli dei militari italiani, delle donne rimaste a subire il regime del nuovo Emirato talebano, ma soprattutto di quello che resterà sempre un clamoroso errore occidentale».

Toccante anche la dedica che fa da prologo al libro: «Alle donne e ai bambini, agli uomini giusti del Paese degli aquiloni. Affinché possano trovare la via di combattere per la libertà. E a chi ha perso la vita in Afghanistan.

In qualunque modo l'abbia persa. Perché non c'è un modo migliore o peggiore per morire. Il vuoto resta comunque».

«Quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo». Firmato: Oriana Fallaci

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