I tedeschi evocano la Troika: "Ora l'Italia accetti le riforme e l'Esm"

Il governo prepara la risposta a Bruxelles sulla manovra. E la Deutsche Bank invoca l'arrivo dei finanziamenti dell'Esm

I tedeschi evocano la Troika: "Ora l'Italia accetti le riforme e l'Esm"

In Germania c'è chi evoca la Troika per l'Italia. Forse non nelle condizioni sperimentate dalla Grecia, ma poco ci manca. A delineare un intervento dell'Esm (il fondo Salva Stati) nell'economia italiana è stato il capo economista della Deutsche Bank, non proprio l'ulimo degli arrivati. Nel suo editoriale pubblicato nientepopodimenoche dal Financial Times, David Folkerts-Landau invita l'Europa e il Belpaese a trovare un "grande accordo". Resta da capire a favore di chi, visto che la soluzione ideata sarebbe quella di mettere Roma nelle mani dell'European Stability Mechanism.

Cosa è l'Esm

Il Meccanismo di Stabilità Europea è un fondo creato nel 2011 per sostituire il precedente Efsf e garantire la stabilità finanziaria dell'area euro. In sostanza interviene quando un Paese è in difficoltà, gli presta i soldi e lo pone sotto la sua ala. Avendo assunto la veste di "organizzazione intergovernativa" (tipo il Fmi), nel caso in cui una Capitale decidesse di chiederne l'aiuto (l'adesione è volontaria), allora l'Esm potrà imporre le famose "riforme". "I prestiti dell'Esm- si legge nel sito - sono subordinati all'attuazione di programmi di riforma macroeconomica elaborati dalla Commissione europea, in collegamento con la Banca centrale europea e, se nel caso, con il Fondo monetario internazionale". In pratica una variante petalosa della Troika.

Oggi il consiglio dei ministri si riunisce per redigere la lettera di risposta da inviare alla Commissione Ue dopo la bocciatura della manovra gialloverde. Per Folkerts-Landau Italia e Ue dovrebbero arrivare a un compromesso. Da una parte il Belpaese "deve accettare che miglioramenti duraturi nella crescita non saranno raggiunti senza riforme strutturali" e dall'altra "l'Europa deve riconoscere che la soluzione al peso del debito non è l'austerità totale". Il pericolo (per la Germania) è che una "irresponsabile" battaglia tra Bruxelles e Roma produca una "crisi del debito dovrano". E che l'Italia si trascini nel baratro altri Stati.

L'economista ammette che le politiche lacrime e sangue del passato hanno "abbassato il tenore di vita in misura sufficiente a radicalizzare l'elettorato italiano". E che "gli sforzi di riforma si sono fermati perché non possono essere attuati contemporaneamente all'austerità". Come rimediare allora? Aumentando il deficit, come propone il governo italiano? No. Per Folkerts-Landau maggiori spese porteranno a "disavanzi più elevati, con conseguente aumento del debito". Ma la risposta non è neppure generare ulteriore austerità.

Il piano del tedesco

La soluzione dunque sarebbe quella di "ridurre" i rendimenti dei titoli di Stato di Roma. In che modo? I privati non accetterebbero mai, dunque occorre "coinvolgere" l'Esm, "finanziando il riacquisto di parte del debito ad alto costo". Il capo economista delle Deutsche Bank si dice certo che il combinato disposto di Esm e nuove riforme "alla fine aumenterà i tassi di crescita del Paese dai loro attuali livelli anemici". Risollevando l'economia nostrana.

Già, ma a quale costo? Quello di perdere sovranità e capacità di scelta? Il ragionamento di Folkerts-Landau è razionale, per carità: ridurre gli interessi sul debito (ovvero lo spread) e avere così risorse da spendere "senza aumentare debito e deficit". Già, ma a quale prezzo? Quello di garantire "che le riforme siano adottate", scrive Folkerts-Landau. Tradotto: gettarsi al collo il cappio dell'Ue e magari del Fmi.

Infatti, secondo le regole statutarie, l'Esm per fare acquisti nel "mercato primario di obbligazioni o altri titoli emessi dallo Stato" (fino al 50% dell'importo finale) pone le stesse "condizioni" di un programma di aiuti. Dunque una sorta di commissariamento.

Mentre per fare acquisti nel mercato secondario (che possono avvenire anche senza l'avvio di un programma di aggiustamento) serve che la "situazione economica e finanziaria del Paese sia fondamentalmente solida". Domanda: la nostra lo è? E, comunque, ci sarebbero delle "condizioni politiche specifiche" da rispettare. Solo un altro modo per dire che a comandare sarebbe Bruxelles.

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