I timori di Salvini: "Ho paura di andare a schiantarmi"

Il leader della Lega si confessa: "Ci sono dei momenti in cui ho paura di schiantarmi e allora cerco do non cambiare"

I timori di Salvini: "Ho paura di andare a schiantarmi"

Matteo Salvini sente sul viso la fresca brezza dei sondaggi. Dice non guardali, su Facebook ripete che non andrà all'incasso (almeno non prima delle europee) e nelle piazze ribadisce di preferire il contatto con la gente dei freddi numeri delle statistiche. Di certo c'è che la sua Lega, lanciata ben oltre il 30%, dovrebbe dare al leader del Carroccio la sicurezza di essere sulla cresta dell'onda. Eppure il ministro dell'Interno ha "paura". Ha timore di "andarsi a schiantare", un po' come successo - prima di lui - a Matteo Renzi.

In una lunga intervista concessa a Panorama e anticipata oggi da La Verità, Salvini mostra il suo lato umano. Oltre a quello politico. E cosa c'è di più naturale, empatico, del terrore di fallire? "Ci sono dei momenti - confessa il leghista - in cui ho paura di schiantarmi e allora cerco do non cambiare. Salvini è "spaventato" dal consenso. "Mamma mia...", ripete. Però il desiderio è quello di "rimanere me stesso, non cambiare mai. Anche nel modo di dormire. Devo avere sempre due cuscini perché uno lo devo abbracciare, stringere a me. Sarò da psicoanalizzare?".

Un modo per non cambiare è anche quello di affidarsi a chi con lui è cresciuto nel partito e i nuovi cui dare totale fiducia. Rifugge i "gigli magici" di renziana memoria ("Guardi i ministri e i sottosegretari, ci sono persone di ogni tipo") e riconosce i meriti di Umberto Bossi (nonostante i dissapori degli ultimi tempi).

Un "genio" che creò la Lega Nord e cui Salvini ora assicura la sua "riconoscenza" perché "non sarei qua se non ci fosse lui". "Mi trattatva male, trattava male tutti - ricorda - forse Giorgetti meno. Non era generosissimo di complimenti, ma riconosceva i meriti. È stato un genio".

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