I vini italiani per i grandi della Terra. Al World Economic Forum di Davos che si è tenuto in questi giorni oltre a Donald Trump, Mark Rutte e Volodymyr Zelensky è stato protagonista anche Bibi Graetz, produttore toscano che qualche mese fa ha fatto segnare il record della singola bottiglia italiana venduta al prezzo più alto della storia, con la 27 litri del Colore 2016 quotata 100mila franchi svizzeri, poco più di 102mila euro.
I vini dell'impetuoso vignaiolo toscano sono stati protagonisti di una degustazione-cena organizzata da V_labs e da Arvi Rare&Fine Wines che si è svolta al Seehof Davos Hotel e che ha visto protagoniste anche le etichette di Olivier Leflaive, grande produttore di Borgogna, rappresentato a Davos da Olivier Sobeyrand.
«È stato bello rappresentare il mondo del vino italiano in un contesto così prestigioso», ci dice elettrizzatissimo Graetz. Che ci racconta una degustazione davvero insolita. «È stato quasi un convegno in cui si è a lungo parlato delle politiche strategiche di Donald Trump, che il giorno prima era intervenuto al World Economic Forum». Simon Everett dell'IMD si è concentrato sui cambiamenti economici, mentre Marco Hutter di ETH, che ha riflettuto sui cambiamenti tecnologici più all'avanguardia in questa nuova prospettiva storica.
E il vino? «Con me c'era Sobeyrand di Olivier Leflaive che rappresentava la tradizione del vino, mentre io ho simboleggiato l'innovazione del mondo enologico. Ho spiegato la mia visione, il mio percorso, le mie strategie. È stato incredibile essere lì a raccontare la mia esperienza a un pubblico così qualificato. Posso dirlo? Super cool!». Un vero brain-storming, molto lontano dal clima compassato delle tradizionali degustazioni tecniche. «È stato uno scambio intenso, si è parlato anche di robotica, a un certo punto sono comparsi questi umanoidi, si è anche parlato di come potrebbero essere impiegati nella vigna». Un successo per tutti il vigneto Italia che un produttore del nostro Paese sia preso a esempio di un percorso innovativo in un contesto in cui si celebrava la capacità del vino di essere, oltre che il vettore di un piacere profondo e colto, anche lo strumento perfetto per introdurre un dialogo interdisciplinare sui grandi temi del presente.
La serata svizzera è stata articolata in una degustazione e in una cena.
Il primo momento ha visto protagonisti il Balocco n° 10 dell'annata 2021, un Cabernet Sauvignon da uve provenienti dal vigneto Olmo e che fa fermentazione spontanea e trascorre 24 mesi in botti di rovere francese; e il Colore 2015, un 100 per cento Sangiovese che rappresenta la massima espressione del sogno di Bibi Graetz di raccontare al meglio la vera Toscana e i suoi sapori. A cena è stato invece servito il Testamatta 2012, un Supertuscana base di Sangiovese in purezza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.