Sono 208 i nuovi contagi registrati ieri in Italia, un dato abbastanza in linea con quelli degli ultimi giorni. Resta sempre forte la componente lombarda, con 111 contagi, il 53,37 per cento del totale nazionale. Nella regione più colpita ci sono 23 casi nella provincia di Cremona, 22 in quella di Mantova, 17 a Bergamo e soltanto 12 nella provincia di Milano, dei quali 9 nel capoluogo. Nessun nuovo contagio nelle province di Lodi, Pavia e Sondrio. Tra le altre regioni italiane ci sono 38 casi in Emilia-Romagna, 27 in Campania e 19 nel Lazio, tutte regioni colpite da diversi focolai negli ultimi giorni. Altre sei regioni hanno pochi casi mentre undici (Marche, provincia autonoma di Trento, Puglia, friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, provincia autonoma di Bolzano, Umbria, Valle d'Aosta, Calabria, Molise e Basilicata) sono a quota zero.
Piuttosto pochi ieri i tamponi effettuati, soltanto 22.166, che portano l'indice di contagio a sfiorare di nuovo il coefficiente dell'1 per cento (0,94). In Lombardia con 5.855 tamponi si è ben oltre questa barriera psicologica (1,89 per cento).
Dei 14.709 attualmente positivi (9,492 in Lombardia, pari al 64,53 per cento) solo 72 sono in terapia intensiva (la metà esatta sono in Lombardia: 36), 946 in reparti osedalieri tradizionali mentre 13.691 sono in isolamento domiciliare.
Capitolo decessi: ieri sono stati otto, dei quali tre in Lombardia e due in Piemonte. Il totale dei morti dall'inizio dell'emergenza è di 34.869 dei quali poco meno della metà (16.700) arrivano dalla Lombardia, seguita in questa triste classifica da Emilia-Romagna (4.268), Piemonte (4.104), Veneto (2.024), Liguria (1.558) e Toscana (1.114), le sei regioni sopra quota mille.
Gli esperti sono sollevati. Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, arriva a dire che «l'Italia è forse uno dei posti più sicuri al mondo. Noi abbiamo avuto dei risultati straordinari in questo paese grazie al sacrificio e all'impegno di tutti, proprio tutti».
Cauto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, che su Radio 1 dice: «Il virus non è morto, è più vivo che mai. Quegli imbecilli che dicono che il virus è clinicamente morto lasciateli nelle altre categorie».
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