Manca ancora il via libera definitivo dell'Ema, ma da giugno anche i ragazzi dai 12 ai 15 anni potranno essere vaccinati. BioNTech ha già presentato i dati del suo studio negli Stati Uniti e sta per farlo anche in Europa. Mercoledì prossimo verrà presentata la domanda all'Agenzia per il farmaco europea per la vaccinazione dei bambini dai 12 anni in su, ad inizio giugno si potrebbe procedere alle prime somministrazioni.
«Le cose potrebbero andare molto rapidamente adesso» è fiducioso Ugur Sahin, fondatore BioNTech. L'approvazione per tutte le fasce d'età (cioè anche per i bambini più piccoli) potrebbe arrivare per settembre. Un secondo studio clinico, effettuato su circa 4.600 bambini, sarebbe a uno stadio già molto avanzato.
Si vaccina abbassando progressivamente l'età: se i ragazzi di 10 anni non mostrano effetti, si passa a quelli di 9 anni, e così via. I ricercatori della BioNTech sarebbero già arrivati ai 6 mesi di età. «A luglio - spiega Sahin - dovrebbero arrivare i risultati dei bambini dai 5 ai 12 anni, a settembre ci saranno quelli dei piccolissimi.
«Se tutto va bene e appena i dati saranno valutati, possiamo procedere a presentare la domanda per l'autorizzazione del vaccino per tutti i bambini di ciascuna fascia d'età». Stando ai risultati già ottenuti, il siero è stato ben tollerato (fino al 100% dai ragazzi dai 12 anni in su). Sono dati «incoraggianti», aggiunge lo scienziato, «che mostrano che i bambini sono particolarmente ben protetti dalla vaccinazione». Il vaccino per i giovanissimi arriverebbe giusto in tempo per l'attuazione del piano del commissario Francesco Paolo Figliuolo che raggiunge l'attesissima soglia delle 500mila iniezioni al giorno. A fare da traino in questa operazione di recupero è la Regione Lombardia, che ieri ha toccato quota 115mila dosi. «Confermiamo che siamo in grado, se arrivano i vaccini, di mantenere l'obiettivo di 144mila somministrazioni nei centri massivi e altre 30mila effettuate da aziende e farmacie» assicura l'assessore lombardo al Welfare, Letizia Moratti. Dopo aver terminato le iniezioni agli over 65 anni, intende procedere sul tutte le fasce di popolazione, a prescindere dall'età. Questo significa agire su un doppio binario: dopo aver messo in sicurezza le categorie più fragili, vuol dire agire sui «veicoli» del virus e non solo sulle potenziali «vittime».
Vaccinare allo stesso tempo un trentenne e un sessantenne, infatti, potrebbe essere discutibile dal momento che il tasso di letalità tra queste due fasce d'età è nettamente diverso: dello 0,04% nei trentenni e del 2,3% nei sessantenni. Ci sono ancora molti punti da chiarire, ma è probabile che si proceda seguendo il modello che si sta già utilizzando in alcune Regioni, dove le prenotazioni avvengono comunque mano a mano per classi di età, ma non si attende di aver terminato la categoria precedente per aprire a quella successiva. In questo modo si vaccina continuamente, senza dipendere da ritardi o dagli intralci che potrebbero avvenire.
I pediatri sono d'accordo con la vaccinazione anti Covid ma lanciano un allarme sulle altre vaccinazioni, trascurate da quando ha avuto inizio la pandemia.
«È indubbio che la vaccinazione anti Covid-19 sia una priorità - spiega Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana dei medici pediatri- ma è fondamentale non lasciare indietro l'immunizzazione di routine che, se ulteriormente trascurata, potrebbe avere gravi e durature ripercussioni sulla salute dei nostri bambini».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.