"Imane Fadil non fu avvelenata". Per l'autopsia fu morte naturale

La modella deceduta quattro mesi fa. Il team di medici: "Non ci sono elementi a supporto di ipotesi di morte non naturale"

"Imane Fadil non fu avvelenata". Per l'autopsia fu morte naturale

"Non ci sono elementi a supporto di ipotesi di morte non naturale". È questa la conclusione a cui, stabdo a quanto risulta all'agenzia Adnkronos, sono arrivati i consulenti che sono stati incaricati dalla procura di Milano di individuare la causa del decesso di Imane Fadil, morta lo scorso primo marzo all'ospedale "Humanitas" di Rozzano dopo un mese di agonia. "Se non c'e avvelenamento, ci dicano come è morta, così almeno si potranno fare i funerali", ha commentato Mirko Mazzzali, avvocato dei familiari della giovane. "Speriamo non si debba attender ancora a lungo".

La relazione arriva a cento giorni della morte della modella coinvolta nel processo Ruby e, dopo i primi esiti controversi, evidenzia che non c'è alcuna evidenza sull'ipotesi di avvelenamento. Il lavoro degli esperti di Medicina legale di Milano guidati dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, iniziato lo scorso 16 marzo e svelato oggi in esclusiva dall'Adnkronos, è stato un lungo percorso di esclusione. Scartata fin da subito l'ipotesi di una morte legata a sostanze radioattive, gli esami sono stati tesi a cercare la presenza di metalli, come il ferro, il molibdeno, l'antimonio e il cromo, su ossa, tessuti e sangue. Sebbene sia stata trovata una concentrazione superiore alla norma, i consulenti non l'hanno ritenuta mortale e dunque non sufficiente a ipotizzarla come causa del decesso.

Nel team di esperti, come rivela l'Adnkronos, fa parte anche un farmacologo clinico, Francesco Scaglione, che ha affiancato i medici nello studio di possibili tumori ed effetti collaterali legati all'assunzione di farmaci, a cui Fadil è stata sottoposta nel tentativo di salvarle la vita. I consulenti della prcoura di Milano hanno anche vagliato l'ipotesi di una malattia rara o autoimmune come l'aplasia midollare, per cui il midollo della modella 34enne non sarebbe stato più in grado di produrre cellule sanguigne e piastrine. Anche questa strada, però, non ha dato risultati certi.

A quattro mesi dal decesso, non ci sono evidenze, finora, per parlare di morte sospetta nel caso su cui stanno indagando il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan

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