C'è intesa tra le due sponde del Tevere. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha espresso soddisfazione per l'incontrò avuto venerdì pomeriggio tra il leader della Lega, Matteo Salvini e il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher, una sorta di ministro degli Esteri. «Io all'incontro non c'ero, quindi non posso fare molti commenti - ha subito precisato Parolin, braccio destro di Papa Francesco - ma ho sentito Gallagher che mi ha detto che è stato anche lui contento e che è stato possibile, in modo sereno, trovare qualche punto di intesa anche sulle tematiche più scottanti».
Tra i temi affrontati in primis la delicata e difficile situazione in Afghanistan, motivo principale dell'incontro. Ma anche le prospettive per il futuro dell'Europa, gli interventi a favore della famiglia e della natalità - soprattutto dopo i difficili mesi della pandemia che hanno colpito principalmente le famiglie e i lavoratori - e il sostegno ai più deboli e ai più fragili (una battaglia del Pontefice fin dal suo insediamento al Soglio di Pietro), oltre al tema dei corridoi umanitari e alla gestione dei flussi migratori.
Immediata la risposta della Lega che ha espresso «grande soddisfazione e gratitudine» per le parole del cardinale Parolin. «Voglio ringraziare il Segretario di Stato per le parole benevole e incoraggianti che ha voluto esprimere nel commentare il mio incontro con monsignor Gallagher, persona eccezionale», ha affermato Salvini, sottolineando la necessità di un dialogo tra chiesa e istituzioni, tra il Vaticano e lo stato italiano. «Sono convinto che oggi sia possibile e doveroso un confronto con il mondo della Chiesa su molti argomenti di grande attualità come il valore della vita e della famiglia - ha spiegato il leader della Lega - il ruolo della comunità internazionale nella costruzione della pace e la ricerca di un più diffuso benessere sociale per le persone più fragili e svantaggiate».
Al termine dell'incontro di venerdì, durato quasi un'ora, Matteo Salvini si era limitato a dire che il colloquio era stato «lungo e cordiale» e che erano stati «affrontati tanti temi, non solo la situazione in Afghanistan». E aveva precisato che sarebbe toccato al Vaticano parlare, mentre Salvini lo avrebbe fatto il giorno dopo. È stato invece il contrario.
Al termine dell'udienza il Vaticano ha taciuto mentre il leader della Lega ha subito riferito di una «piena sintonia su vari temi, a partire dalla difesa della vita e della libertà in Afghanistan e non solo». E ha confessato di aver affrontato con il ministro degli Esteri vaticano anche il tanto discusso Ddl Zan. «Non mi pare così strano che ne abbiamo parlato - aveva sottolineato Salvini - mi pare che lui sia colui che si è esposto pubblicamente sul tema». Fu proprio l'arcivescovo Gallagher, infatti, a recapitare all'Italia la «nota verbale» che, lo scorso giugno, aveva rappresentato a Roma i timori delle gerarchie ecclesiastiche sugli effetti della legge Zan, di fatto ancora bloccata e in discussione in Aula.
Ieri, invece, è stato il numero due della Santa Sede, il cardinale Parolin, sollecitato dai giornalisti, a confermare la sintonia tra Vaticano e e il partito di Salvini.
Nessuna nota ufficiale della sala stampa è stata diffusa (ma questa, assicurano, è la procedura ordinaria in simili circostanze). Le parole del Segretario di Stato, tuttavia, rappresentano, seppur poche, una preziosa sponda per il leader leghista.
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