Insinna spara a zero sui cacciatori che minacciano la Rai

Per finire questo 2020 da incubo ci mancava la perdibilissima polemica televisiva sulla caccia

Insinna spara a zero sui cacciatori che minacciano la Rai

Per finire questo 2020 da incubo ci mancava la perdibilissima polemica televisiva sulla caccia. Capita che Flavio Insinna, conduttore su RaiUno dell'Eredità, si lasci andare a una personale opinione sulla caccia. E che i seguaci di Diana si arrabbino minacciando ritorsioni. E che per sovrappiù i social si arrabbino a loro volta con i cacciatori.

I fatti. Nel corso della puntata del 27 dicembre del popolare quiz preserale un concorrente nel rispondere a un enigma parla di una «battuta di caccia». A quel punto Insinna, quasi non aspettasse altro, dice: «La caccia non è uno sport. Io sono totalmente contrario alla caccia, lo dico».

Apriti cielo. Insinna, che appena due giorni prima aveva dovuto scusarsi per uno svarione degli autori su una domanda riguardante Cavour, viene impallinato dal presidente di Federcaccia, Massimo Buconi, che in una lettera al direttore di Rai 1, al presidente Rai e alla commissione di vigilanza, parla di «commenti discriminatori e offensivi nei confronti dell'attività venatoria e dei suoi praticanti», un comportamento «reso ancora più grave per essere messo in atto approfittando di un mezzo, quello televisivo, che gli garantisce ampio seguito e l'assenza totale di un contraddittorio».

Ed ecco le minacce. Quelle di una querela per diffamazione nei confronti del conduttore. E quelle di un boicottaggio da parte dei cacciatori e delle loro famiglie («un bacino potenziale di qualche milione di spettatori») nei confronti della trasmissione e dei prodotti pubblicizzati «prima, durante e immediatamente dopo il gioco».

Va detto che il popolo dei social sembra

stare dalla parte di Insinna. L'hashtag #iostoconflavioinsinna diventa trend topic e l'Enpa (l'Ente protezione animali) sostiene Insinna «per avere espresso il pensiero della stragrande maggioranza degli italiani». Amen.

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