RomaIl Tevere è ancor più stretto, almeno dal punto di vista fiscale. Santa Sede e Italia hanno firmato una Convenzione che di fatto comporta la caduta del segreto bancario dello Ior. Lo scambio di informazioni fiscali - che è in realtà un flusso a uno solo senso, dal Vaticano verso l'Italia - riguarderà i periodi d'imposta a partire dal 1 gennaio 2009, e sarà regolato secondo i più recenti standard dell'Ocse. I titolari di capitali depositati Oltretevere, persone fisiche e società, potranno anche accedere alla voluntary disclosure, quella sorta di mini-condono varato dal governo Renzi. Infine, è confermata l'esenzione da imposte italiane, in particolare dall'Imu, per gli immobili vaticani indicati dai Trattati lateranensi.
L'Italia è il primo Paese con cui la Santa Sede conclude un'intesa in materia fiscale. Il segnale è, senza dubbio, importante: il processo di trasparenza avviato da Benedetto XVI ha ricevuto un impulso ancora più forte da Papa Francesco, e sono state superate le resistenze delle ali più conservatrici della Curia. La riforma delle istituzioni economiche vaticane è tutt'altro che conclusa, ma la Convenzione appena siglata con il Tesoro italiano dovrebbe contribuire ad evitare che si ripetano in futuro episodi come, ad esempio, quelli relativi agli appalti del G8 o alle spregiudicate manovre finanziarie di monsignor Nunzio Scarano.
La piena cooperazione ai fini fiscali, spiegano al ministero dell'Economia, è frutto delle riforme introdotte Oltretevere a partire dal 2010. Riforme alle quali aveva lavorato con impegno l'ex presidente dell'Istituto delle Opere di religione (Ior), Ettore Gotti Tedeschi, prima del suo improvviso licenziamento nel maggio del 2012.
«Con la firma della Convenzione in materia fiscale, Santa Sede e Italia sono ancora più vicine», ha commentato sull' Osservatore romano monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati che ha firmato il documento col ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. La parte più rilevante dell'intesa, aggiunge, consiste proprio nell'accordo sullo scambio di informazioni ai fini fiscali. La Santa Sede comunicherà all'Italia le «informazioni verosimilmente rilevanti per l'amministrazione, o l'applicazione del diritto interno relativo alle imposte di qualsiasi natora e denominazione», senza poter opporre alcun vincolo di segreto. Come detto, si tratta di un flusso di informazioni a senso unico visto che, come ha spiegato monsignor Gallagher, «la Santa Sede non ha motivo di chiedere informazioni in assenza di un sistema tributario che possa giustificare la richiesta». In Vaticano, come è noto, non si pagano tasse.
Per quanto riguarda l'accesso alla voluntary disclosure, la Convenzione consente l'adempimento, con modalità semplificate, degli obblighi fiscali relativi ad attività finanziarie detenute in Vaticano da persone e società residenti in Italia.
Infine viene ribadita l'esenzione da ogni tipo di imposta degli immobili vaticani indicati nei Trattati Lateranensi: dodici immobili godono il privilegio di extra-territorialità (ad esempio Santa Maria Maggiore, la Basilica di San Paolo, il palazzo pontificio di Castel Gandolfo); altri otto edifici sono solo esenti da espropriazioni e tributi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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