Ipotesi Green pass valido per 12 mesi. Speranza: "Obbligo? Stiamo decidendo"

Allo studio del Cts l'estensione del certificato, uniformandolo anche per i guariti. Il comitato per la Biosicurezza: "Siero imposto a chi lavora a contatto col pubblico". Salvini contro Gelmini

Ipotesi Green pass valido per 12 mesi. Speranza: "Obbligo? Stiamo decidendo"

«Non è un'eresia». «E invece limita la libertà dell'individuo». L'ipotesi dell'obbligo vaccinale e l'estensione del green pass per dodici mesi spaccano il centrodestra. E, visti i toni secchi, un accordo tra Forza Italia e Lega sembra tutt'altro che vicino. Il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, apre all'obbligo vaccinale, a cominciare da chi lavora nei servizi pubblici e fa front office a contatto con la gente. E anche il ministro alla Salute Roberto Speranza, risoluto sulla necessità della terza dose, è a un passo dal rendere obbligatorio il vaccino: «Stiamo decidendo». Tutta Forza Italia fa quadrato attorno al premier Mario Draghi per sostenere l'obbligo come «estrema ratio» pur di tornare a vivere e scongiurare il rischio chiusure.

Almeno, questo sembra il modo più indolore per affrontare l'autunno e il rischio di nuove zone gialle o arancioni. Il 6 settembre, quando il decreto sul green pass arriverà in Parlamento, si discuterà anche dell'emendamento per prolungarlo a 12 mesi. Al ministero alla Salute aspettano il parere del Cts per preparare l'atto. Intanto divampa il dibattito politico.

«L'obbligo vaccinale non è un'eresia - interviene il ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini - esiste già per alcune malattie. Una decisione del genere però spetta al Parlamento. La mia opinione è che occorre attendere i dati: se dovessimo giudicare irraggiungibile la copertura dell'80% della popolazione non vedrei alternative». «Non abbiamo acquistato oltre 100 milioni di dosi di vaccini per far lavorare gli italiani da casa. Dobbiamo tornare prima possibile alla normalità, anche sui luoghi di lavoro» sostiene il ministro. Il no del leader leghista Matteo Salvini non si fa attendere e arriva dritto dritto dal Meeting di Rimini. «Sono contro qualsiasi tipo di obbligo, di multa, di costrizione - affonda - sono sempre per la libertà, anche per la libertà di cura». Quotidianamente Salvini reitera la sua contrarietà: «Nessun Paese europeo ha l'obbligo vaccinale quindi non si capisce perchè lo debba avere l'Italia. Gli italiani stanno rispondendo - ha specificato nei giorni scorsi - ma quando sento parlare di inseguire anche i bambini e i ragazzini, non da senatore ma da padre, dico attenzione. Io ho 48 anni mi sono vaccinato per scelta non per costrizione ma bimbi di 12, 13, 14 anni vanno tutelati e protetti». La Lega chiede piuttosto tamponi salivari gratuiti per tutti: se passa questo concetto, non ci sono problemi». «Se da qui a qualche giorno arriveremo a una copertura vaccinale delle categorie più esposte almeno dell'80% - interviene il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (Fi) - forse riusciremo a fare a meno dell'obbligo, altrimenti tra chiudere il Paese e l'obbligo vaccinale credo che nessun italiano di buon senso sceglierebbe la prima». «Molte categorie si sono vaccinate, a partire dagli insegnanti e dai sanitari - ha aggiunto Toti -. Molti giovani stanno affollando i nostri open night, che è il miglior segno di senso civico. Stiamo erodendo con fatica la soglia dei 4 milioni di 50enni, che guardano al vaccino con sospetto e con malcelata furbizia, che è il contrario del senso civico». Sui minorenni, invece, «è più difficile, perchè i ragazzi sono le persone che in ospedale non ci vanno e i minori dipendono dai genitori, hanno una procedura di scelta diversa».

Intanto il Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie ha dato il suo consenso all'obbligo. I suoi membri «esprimono parere favorevole ed auspicano una obbligatorietà della vaccinazione a coloro che svolgono funzioni pubbliche».

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