Ira dei medici di famiglia: "Pronti allo sciopero". Schillaci: "Li ascolteremo"

Pochi dottori e troppi pazienti, il ministro assicura: "Nuove assunzioni a breve"

Ira dei medici di famiglia: "Pronti allo sciopero". Schillaci: "Li ascolteremo"
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«Non volevamo essere eroi in tempo di pandemia, non saremo vittime sacrificali ora». Dopo la sofferenza, esplode la rabbia. «La pazienza dei medici di medicina generale sta diminuendo, siamo in grande sofferenza». Il segretario del sindacato Silvestro Scotti, dal palco del Congresso Nazionale Fimmg riunito in Sardegna, a Villasimius, per l'82º congresso nazionale è determinato a farsi sentire. I medici di base lanciano il loro grido che in questi ultimi anni - accusano loro - è stato pressoché ignorato e sono pronti a «ogni prerogativa sindacale, dallo stato di agitazione allo sciopero generale».

Alla base della decisione, paventata già nelle scorse settimane, c'è l'inaccettabile ritardo sulla definizione dell'atto di indirizzo, indispensabile per arrivare poi alla firma dell'Accordo collettivo nazionale, ma anche l'assenza di risorse aggiuntive per il raggiungimento di obiettivi di politica sanitaria in riferimento ad un'assistenza di prossimità. I problemi sono tanti, a partire dalla desertificazione sanitaria, la riduzione del numero di medici di famiglia, che sono passati da 43 mila a 37 mila, alla perdita di interesse all'accesso alla Formazione specifica in medicina generale, fenomeni che, messi tutti insieme, stanno determinando l'impossibilità a rispondere alle esigenze assistenziali delle aree interne e delle periferie delle grandi città. «Adesso basta» torna ad essere più che uno slogan di protesta, il grido di una categoria che aveva già all'epoca segnalato i disagi e i rischi che poi si sono realizzati. La medicina generale, pilastro fondamentale del Servizio sanitario nazionale, ha affrontato negli ultimi anni sfide straordinarie, tra cui la pandemia e l'evoluzione costante delle esigenze sanitarie della popolazione. Per la Fimmg, la programmazione asfittica che non va oltre il 2026 rappresenta un ostacolo non solo per la categoria, ma per l'intero Servizio sanitario e per la qualità del servizio offerto ai cittadini.

«Siamo disponibili a incontrare i medici di famiglia», ha replicato il ministro della Salute Orazio Schillaci. «Nella Manovra c'è un piano di assunzioni. Avremo un piano triennale di assunzioni per medici e infermieri. Ciò consentirà di mettere fine anche al fenomeno dei medici gettonisti», ha assicurato il ministro in risposta alle proteste dei medici di base e ha poi aggiunto: «Chi è pagato poco in Italia, più che i medici sono gli infermieri. Le richieste fatte in Manovra riguardano prioritariamente il personale sanitario. Dobbiamo assumere più persone nel pubblico».

Schillaci quindi sottolinea che «mancano soprattutto gli infermieri, mentre i medici mancheranno soprattutto nei prossimi tre anni e questo per una mancata programmazione passata». «Credo però - conclude - che serviranno soprattutto infermieri per poter pienamente avviare una nuova medicina territoriale».

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