Diciassette voti. Il primo giallo politico della XIX legislatura ruota tutto attorno a quel numero. Tanti, infatti, sarebbero stati i consensi provenienti dall'opposizione e confluiti, nel segreto del catafalco, sul nome di Ignazio La Russa. Pallottoliere alla mano, l'esponente Fdi è stato eletto alla presidenza del Senato con il soccorso anonimo di alcuni "franchi tiratori" della minoranza. Un fatto che ha scatenato un vero e proprio rimpallo di recriminazioni tra sinistra e terzo polo, con il Pd impegnato a rintracciare gli "irresponsabili" ovunque. Tranne che in casa propria.
Lo sfogo di Letta
Il sostegno arrivato dall'opposizione a La Russa è stato subito stigmatizzato dai dem come un "comportamento grave" e su Twitter Enrico Letta è andato all'attacco. "Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà", ha lamentato il segretario Pd. E ancora: "Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza". La denuncia sdegnata dell'ex premier ha ricevuto però l'immediata replica da parte di Carlo Calenda, che - sentendosi chiamato in causa - ha inchiodato Enrico ai numeri.
Si Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male. https://t.co/HUg8mk3yph
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) October 13, 2022
La replica di Calenda
Riferendosi alla parte di opposizione accusata da Letta di aver tradito il proprio ruolo, il leader di Azione ha commentato: "Sì Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male". Una stoccata in pieno petto al leader Pd, rifilata con la calcolatrice alla mano. Nel suo computo, Calenda ha ipotizzato che i consensi arrivati dalle opposizioni fossero 19, probabilmente decidendo di non contare i due voti di centrodestra espressi da Forza Italia (Berlusconi e Casellati hanno infatti votato compatti l'esponente Fdi, mentre gli altri senatori azzurri non hanno ritirato la scheda). Il terzo polo, lo ricordiamo, può contare solo su 9 senatori, mentre il centrosinistra ne ha 44 e il M5s 28.
A seguito del voto, Renzi aveva assicurato che nessuno dei suoi avesse votato La Russa e Calenda aveva fatto altrettanto. "Noi abbiamo un gruppo di nove persone e abbiamo votato scheda bianca", aveva sostenuto l'ex ministro. Così, il mistero si era infittito.
Il mistero dei "franchi tiratori"
Da qui, la frecciata a Enrico Letta, che ora rischia di dover fare i conti l'ipotesi di avere dei "franchi tiratori" all'interno del proprio partito.
Chiaramente nemmeno i Cinque Stelle sono stati esentati dai sospetti di un sabotaggio al loro interno. Ma i grillini, oltre a negare questa eventualità, hanno invece puntato il dito contro il terzo polo temendo una presunta mossa dei renziani per sfilare loro le presidenze di commissione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.