Iseo, sindaco e giunta a costo zero

Roberto Venchiarutti, sindaco di Iseo, racconta la politica di austery con le rinunce del suo stipendio, della giunta e dei consiglieri comunali portando un risparmio di 270mila euro

Iseo, sindaco e giunta a costo zero

Politica a costo zero. È la sfida lanciata e vinta dalla giunta comunale che amministra il piccolo comune di Iseo, in provincia di Brescia, guidato dal sindaco Riccardo Venchiarutti, ex giornalista Rai e neopensionato.

Né lui né il vicesindaco e gli assessori, da quattro anni, percepiscono l’indennità del Comune. I 70 mila euro l’anno che sono stati risparmiati vengono usati per per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare affitto e bollette. “Non è la soluzione a tutti i problemi, ma è un segnale. Ormai per noi è diventata normalità, si va avanti così”, spiega Venchiarutti a Repubblica.
“Abbiamo iniziato nel 2013 per provare a risolvere i problemi di bilancio legati anche al patto di stabilità – racconta il primo cittadino iseano -. L’idea è venuta in automatico: ‘iniziamo a dare noi l’esempio!’ Togliamoci lo stipendio”!’”. Anche i consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza hanno seguito l’esempio della giunta Venchiarutti e hanno rinunciato ai 13 euro del gettone di presenza delle sedute, dando tutto il ricavato in beneficienza. Ma le cifre più importanti arrivano dagli stipendi lordi della giunta.Il sindaco dovrebbe percepire 2.600 euro, il vicesindaco1.300 euro, mentre gli assessori: 1040 euro per una cifra totale che arriva a 270mila risparmiati in quattro anni e destinati alle “nuove povertà”. Si tratta di una cinquantina di nuclei familiari cui il Comune paga affitti e bollette delle utenze. Una scelta che è servita anche a far quadrare i conti del comune che nel 2009 aveva un debito di 18 milioni, oggi scesi a 6. “Abbiamo recuperato molta evasione fiscale, circa 850mila euro sono rientrati nelle casse comunali”, annunciano orgogliosi in piazza Garibaldi.

Da quest’anno, poi, saranno depennate anche le spese di rappresentanza e i rimborsi per viaggi e persino la somma che i datori di lavoro (in base alla legge) chiedevano al Comune per le assenze giustificate di chi è impegnato nella gestione politica della città. Anche altri Comuni avevano adottato provvedimenti simile ma non in maniera così strutturale e duratura.

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