Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo per governare la Striscia di Gaza dopo la guerra. Lo riporta anche la testata Al-Araby Al-Jadeed, che riferisce di avere visionato un documento di due pagine firmato a seguito degli incontri fra le delegazioni delle due formazioni al Cairo. Secondo il testo del progetto, un comitato, composto da dieci a quindici personalità, avrebbe autorità su tutte le questioni relative agli aiuti umanitari, all'istruzione, alla sanità, all'economia e alla ricostruzione. Israele però rifiuta qualsiasi ruolo di Hamas a Gaza dopo la fine del conflitto e ha affermato di non fidarsi nemmeno dell'Autorità palestinese di Abu Mazen, per gestire l'enclave.
Ma c'è di più. Secondo il New York Times Tel Aviv addirittura starebbe espandendo la sua rete di basi militari nella Striscia centrale per creare una zona cuscinetto. È intervenuto in questo senso anche il ministro delle Finanze israeliano e leader dell'estrema destra, Bezalel Smotrich: «L'Idf rimarrà a Gaza per un periodo prolungato per garantire la sicurezza».
Benjamin Netanyahu invece ha ringraziato Donald Trump durante una riunione del governo a Nahariya, nel Nord del Paese. Il presidente eletto americano lunedì, infatti, ha avvertito Hamas: ostaggi liberi entro il 20 gennaio, quando entrerà in carica, o si pagherà un prezzo pesante.
Mentre hanno provocato accese polemiche nello Stato ebraico le dichiarazioni di sabato scorso dell'ex ministro della difesa Moshe Yaalon, secondo cui il Paese ha portato avanti una «pulizia etnica» nel Nord della Striscia. Quando Channel 12 ha chiesto a Yaalon se si rendesse conto che l'uso dell'espressione «pulizia etnica» porterà le persone ad associare l'Idf a «ciò che accadde in Germania negli anni Trenta», l'ex ministro ha ribattuto: «Non accuso l'Idf di pulizia etnica, ma i politici, in particolare quelli all'estrema destra della coalizione».
Anche sul fronte Nord la situazione con Hezbollah si complica. «L'esercito libanese deve far rispettare la propria parte dell'accordo di cessate il fuoco, tenere Hezbollah lontano, oltre il fiume Litani e smantellare tutte le sue infrastrutture», ha precisato il ministro israeliano della Difesa Israel Katz. «Se torniamo in guerra, andremo più a fondo in Libano», ha poi avvertito.
Intanto Emmanuel Macron e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman hanno chiesto l'indizione di elezioni presidenziali nel Paese dei Cedri. E secondo il quotidiano L'Orient Le Jour, gli attacchi israeliani di lunedì sera nel Libano meridionale hanno provocato già la morte di nove persone.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.